Controcorrente, Capezzone demolisce l’ allarme fascismo

Daniele Capezzone, nello studio di Controcorrente, smonta l’allarme fascismo e le tante chiacchiere della sinistra nelle ultime settimane. “Ci siamo – il primo affondo sul tema Forza Nuova – completamente e allegramente scordati la principale responsabile del fallimento della manifestazione del 9 ottobre a Roma, che ha un nome e un cognome, Luciana Lamorgese, il ministro degli Interni. Sono uscite le carte di una trattativa tra la Digos e Forza Nuova, è sulla base di quella trattativa che i fascisti sono stati condotti attraverso un percorso dinamico davanti alla sede della Cgil. C’è una responsabilità chiarissima nella mala-gestione dell’ordine pubblico”.

Il secondo punto riguarda la manifestazione della Cgil e degli altri sindacati alla presenza di molti esponenti della sinistra italiana: “Oggi poi c’era una piazza San Giovanni piena di bandiere rosse, una signora con il cartello per Gualtieri”. Claudia Fusani, giornalista de Il Riformista presente in studio, interviene e lo interrompe: “Era piena di palloncini di altri colori”. “Io – replica subito Capezzone – ti prego di non sfidare i telespettatori e non trattarli da scemi, ognuno guarda quella piazza e nel giorno del silenzio elettorale c’è una piazza piena di bandiere rosse. Che deve pensare uno? C’era Gualtieri in prima fila, una signora con un cartello per lui, magliette del Che Guevara, magliette di Cuba… Perché non si poteva fare sabato prossimo?”.

Allarme fascismo?

L’emergenza non è l’allarme fascismo: “Vogliamo raccontare al Paese che l’emergenza in Italia è il fascismo? Ma stiamo scherzando? L’emergenza sono le tasse, il lavoro, è morto l’ennesimo operaio sul lavoro. Mentre quelli gridavano contro il fascismo è morto un operaio edile. C’è un’incredibile mole di tasse che arrivano. Ma stiamo a discutere di Forza Nuova… Dal 2001 al 2018 ha sempre preso meno dell’1%. Ma davvero – chiosa Capezzone alzando gli occhi – vogliamo raccontare al Paese che questo è un pericolo? Ma dai”.