“Non denuncio chi è senza Green Pass”, si dimette Stefano Leoni, vicedirettore del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.
Il docente lo ha comunicato in una lettera al direttore spiegando che la scelta deriva dalla sua posizione critica contro il Green Pass e dalla volontà di “non sentirmi in qualche modo, come rappresentante dell’Istituzione, corresponsabile moralmente”. Lo scrive https://torino.repubblica.it
Il docente, che continuerà a insegnare ai suoi studenti, ha definito il certificato verde “un abominio dal punto di vista legale, costituzionale, normativo, carente e confusionario sotto il profilo giuridico”. Una posizione che aveva già anticipato firmando l’appello insieme al altro centinaia di docenti contro l’obbligo, tra cui anche Alessandro Barbero.
Scrive al direttore di cui “ho avuto modo di apprezzare la tua correttezza, l’equilibrio e il senso dell’istituzione, l’umanità e lo spirito che sovente hai dimostrato” ammettendo però di trovarsi di fronte a un “problema di coscienza” con le norme per l’accesso obbligatorio con il Green Pass. Parla di “dubbi di opacità, tendenziosità, quando non di omertà o di effettiva disinformazione” nel racconti sulla pandemia.
“Non denuncio chi è senza Green Pass”
Ma è la decisione del green Pass “disdiscevole e i contrasto con i principi che il sistema educativo dovrebbe diffondere e difendere”, che reputa in contrasto con ciò che “dovrebbe essere un istituto superiore di studi musicali: uno spazio libero, aperto e inclusivo”. Non solo, considera il certificato verde quale “forma surrettizia di coercizione e adesione forzata alla “campagna vaccinale”, istituendo de facto una pressione indebita su lavoratori (docenti, personale Ata) e studenti” nonostante, aggiunge nella lettera “non sembra dirimente dal punto di vista della sicurezza sul posto di lavoro e di studio“.
L’intenzione del docente è prendere le distanze dall’obbligo e denunciare quindi scegliendo di dimettersi dal suo ruolo di vicedirettore. “I docenti universitari e Afam e la didattica tradizionale sono oggi strumentalizzati per indurre i giovani a fare qualcosa che per essi potrebbe essere causa di danno sanitario superiore a quello che la “vaccinazione”, vale a dire il trattamento con un siero genico sperimentale e autorizzato in via emergenziale, pretenderebbe di prevenire. In altre parole, noi docenti siamo usati come specchietti per le allodole allo scopo di condizionare i nostri studenti a “vaccinarsi”, quando invece è loro diritto (riconosciuto a livello di leggi nazionali, europee e internazionali) deciderlo sulla base di un «consenso libero e informato».
Questi sono italiani che VOGLIONO essere cittadini, non i soliti servi beoti, lecca suole del potere costituito!