“In aula si entra col Green pass”, sono state le parole del presidente del Consiglio regionale del Lazio, Marco Vincenzi, per spiegare il motivo per cui il consigliere regionale Davide Barillari senza green pass non è potuto entrare nell’aula dove era in corso il consiglio regionale.
“Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato una modifica del regolamento a inizio pandemia fissando delle norme anche per l’accesso all’Aula. Tra queste si è passati dalla necessità di effettuare il tampone per entrare in aula alla necessità di essere muniti di Green pass”, ha spiegato Vincenzi.
Sul consigliere Davide Barillari, ha detto: “Sistematiche da parte sua le violazioni nell’osservazione delle norme, che vanno rispettate anche per rispetto dei colleghi”. I lavori sono stati successivamente sospesi. “Ritengo di sospendere il consiglio, convocheremo l’aula capigruppo per fissare la nuova seduta. Invito tutti, consiglieri e assessori, a essere presenti così come l’ufficio di Presidenza senza il quale non si può procedere all’avvio del consiglio e ad avere rispetto dell’orario e serietà verso gli altri colleghi”, ha deciso il presidente Vincenzi, rispondendo alle sollecitazioni dei consiglieri indignati per il ritardo della seduta e per l’assenza del presidente Zingaretti.
Davide Barillari senza green pass: norma in vigore dal 15 ottobre
“Stamattina mi è stata negato l’ingresso in aula con un dispiegamento spropositato di forze: la Digos, i carabinieri, la vigilanza privata e per me è inaccettabile“, ha detto poco fa il consigliere regionale del Lazio, ex M5S espulso dal Movimento, privo di green pass.
“La norma sarà attiva a partire dal 15 ottobre” ha ricordato Barillari che ha ribadito: “Prima del 15 ottobre l’accesso è consentito anche senza tampone e vaccino. Le ho già inviato una diffida e sto valutando se denunciare” ha aggiunto il consigliere regionale sottolineando che “quello che è successo questa mattina è estremamente grave”.
Il consigliere regionale ricostruisce l’accaduto: “La Digos che mi avvicina prima dell’ingresso in Consiglio. La porta di accesso all’aula chiusa a chiave. 3 guardie private che presidiano fisicamente la porta. 15 fra polizia, digos e carabinieri schierati intorno a me, che non raccolgono la denuncia verbale, ma mi chiedono di seguirli in commissariato per farla. I più alti dirigenti regionali schierati, con Ialongo a presidiare l’ingresso. Il vicepresidente Porrello che difende la delibera. Tutto per un consigliere regionale sprovvisto di lasciapassare, che può benissimo secondo loro collegarsi da casa con il suo computer e votare quando serve. Nessun altro consigliere regionale presente al blocco dell’ingresso”.
“Non mi aspettavo solidarietà da nessuno, nemmeno da chi in parlamento fa finta di essere contro il greenpass – si legge ancora nel post – Tutti gli altri consiglieri regionali collegati comodamente da casa, oppure sgattaiolati dentro, vaccinati e felici, da qualche ingresso laterale. Il Presidente del Consiglio Vincenzi, al quale sto chiedendo regale udienza da ieri, che non è mai disponibile per parlare. Se lasciamo passare tutto questo e la consideriamo la “nuova normalità”, non ci sarà nessun futuro. Se anche i rappresentanti eletti dai cittadini sono bloccati da uno spropositato schieramento di forze per entrare in un’aula pubblica (dove nemmeno il pubblico è ammesso da inizio pandemia), non ci sarà nessun futuro. Qui il covid e i vaccini non c’entrano nulla, è questione di democrazia“.