Studio Usa: “Per gli adolescenti è più pericoloso il vaccino Pfizer del Covid”

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La ricerca va ancora revisionata dalla comunità scientifica, ma sembra dare ragione alle perplessità espresse da diversi esperti: gli adolescenti di sesso maschile tra i 12 e i 15 anni che godono di buona salute il rischio di venire ospedalizzati per gli effetti collaterali del vaccino Pfizer è più alto di quello che correrebbero se contraessero un’infezione da Covid-19. Lo studio è stato condotto da ricercatori dell’Università della California. E in qualche modo getta ombre sul via libera dato dall’agenzia Ue del farmaco Ema e da quella Usa e adesso anche del Regno Unito alla vaccinazione alla fascia 12-15 anni.

Più pericoloso il vaccino Pfizer del Covid

Stando ai risultati, che si basano su dati medici, per i ragazzi tra i 12 e 15 anni senza patologie pregresse, la probabilità di vedersi diagnosticata una miocardite è da quattro a sei volte superiore rispetto a quella di finire in ospedale con il Covid nei quattro mesi successivi all’inoculazione del vaccino. Molti soggetti che hanno sperimentato questo raro effetto collaterale hanno sviluppato i sintomi entro qualche giorno dalla seconda dose Pfizer, ma una problematica assimilabile a questa è stata osservata anche per il vaccino Moderna. Circa l’86% dei ragazzi colpiti ha avuto bisogno di cure ospedaliere.

Secondo Saul Faust, professore di immunologia pediatrica e malattie infettive all’Università di Southampton (che non fa parte degli autori dello studio), la scoperta parrebbe giustificare l’approccio cauto alla vaccinazione degli adolescenti seguito dalle autorità sanitarie britanniche, che per il momento hanno detto di no al vaccino per gli under 15. Lo scorso luglio, infatti, il Joint Committee on Vaccines and Immunisation (JCVI), il comitato britannico sui vaccini e l’immunizzazione, non ha raccomandato la vaccinazione dei ragazzi in salute nella fascia d’età 12-15, rimbalzando la questione alla direzione del servizio sanitario nazionale che dovrebbe prendere una decisione finale la prossima settimana. Sono invece vaccinabili i ragazzi della stessa età particolarmente vulnerabili al Covid o che vivono con soggetti ad alto rischio.

Nello studio statunitense, che, ribadiamo, ancora non è stato revisionato dalla comunità scientifica, il dottor Tracy Hoeg dell’Università della California e i suoi colleghi hanno analizzato le reazioni avverse ai vaccini anti-Covid nei ragazzi tra i 12 e i 15 anni d’età nel primo semestre del 2021.

Gli studiosi stimano che il tasso di miocarditi comparse dopo due dosi di Pfizer ammonta a 162,2 casi per milione per i soggetti di sesso maschile in salute tra i 12 e i 15 anni, mentre per quelli tra i 16 e i 17 la cifra si abbassa a 94 casi per milione. Per le ragazze in salute nelle medesime fasce d’età, invece, il tasso si attesta rispettivamente a 13,4 casi per milione e a 13. Secondo lo studio, al ritmo attuale d’infezione nel Paese, il tasso di rischio di ospedalizzazione per Covid per un adolescente in salute nei 4 mesi successivi al vaccino è di 44 casi per milione.

La stragrande maggioranza delle miocarditi compare dopo la seconda dose del vaccino, e questo, secondo alcuni esperti, potrrebbo portare le autorità sanitarie a consigliare una sola dose per permettere di ridurre ulteriormente il rischio di effetti collaterali senza rinunciare all’immunizzazione, scrive il Guardian. Se da un lato la miocardite in seguito alla vaccinazione è molto rara, sostiene il dottor Faust, dall’altro “potremmo cambiare la prima o seconda dose o combinare diversi vaccini in modo da evitare il rischio”, non appena se ne sarà compresa meglio la fisiologia.  https://europa.today.it

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