Stuprata e lasciata in un canale, egiziano incastrato da un selfie

Milano – Stuprata e lasciata in un canale – È stato un selfie incautamente scattato sul sagrato di piazza Duomo a incastrare Haitham Mahmoud Abdelshafi Ahmed Masoud, l’egiziano 31enne arrestato per aver stuprato una dipendente di 25 anni dell’ospedale San Raffaele di Milano. L’uomo era sbarcato a Lampedusa tra il 10 e 11 maggio. Poi, come spiegano gli inquirenti, “due mesi di buco”. L’immigrato clandestino fa perdere le sue tracce, vive da fantasma ma non esita a testimoniare con il suo smartphone la sua presenza in Italia. Almeno ufficialmente, non viene mai intercettato da alcun agente delle forze dell’ordine. Fino all’altra, sera quando stupra una ragazza.

Stuprata e lasciata in un canale arrestato egiziano

L’unica prova del passaggio in Italia di Masoud è la fotosegnalazione a Lampedusa, appena sbarcato. Sosteneva di essere scappato per motivi politici, in fug dalle repressioni del governo egiziano. Annuncia di voler chiedere asilo, spiega il Corriere della Sera, e “il Viminale gli assegna il codice identificativo «064BSVV», una sorta di identità provvisoria per i migranti”. Peccato che a quella registrazione non faccia seguito nessun monitoraggio sul neo-arrivato. Finito il periodo di quarantena, viene trasferito a Porto Empedocle. Da lì probabilmente via treno arriva a Milano. Quindi il 7 luglio fa richiesta d’asilo all’ufficio immigrazione della Questura di Milano. Altra fotosegnalazione, che permetterà poi di identificarlo.

In tasca Masoud ha un telefono. Dopo la denuncia dello stupro avvenuto il 9 agosto i poliziotti scandagliano le foto-profilo su Whatsapp e si imbattono nella sua, scattata davanti al Duomo. L’egiziano a quel punto viene seguito e monitorato nei suoi spostamenti. Il 24 agosto, come se nulla fosse, torna all’ufficio immigrazione per completare la richiesta d’asilo.

Stuprata e lasciata in un canale

In sala d’attesa, gli agenti riescono a prelevare di nascosto da una lattina e da un mozzicone di sigaretta un campione di Dna da confrontare con quello ritrovato sul corpo della ragazza aggredita, stuprata e lasciata in un canale qualche giorno prima. Coincide: così alle 7 di sera di giovedì l’uomo viene arrestato in una casa in periferia che condivideva con altri 10 connazionali. liberoquotidiano