Il giornalista e saggista cattolico Maurizio Scandurra riflette ironicamente sul grave scivolone dell’infettivologo ligure autore di irripetibili offese al Premio Nobel Luc Montagnier.
Parlare di Matteo Bassetti è come parlare del nulla dopo i recenti fatti di cronaca, gravissimi e imperdonabili, che l’hanno visto sbeffeggiare ignobilmente l’autorevole Professor Luc Montagnier.
C’è grande differenza tra un Bassetti e un bassotto. E vi spiego il perché.
Quanto meno il secondo è un vero amico dell’uomo, al contrario e a dispetto del primo.
Il bassotto è fedele, ha una linea sola. Di Matteo Bassetti conosciamo invece tutte le giravolte, e i repentini e improvvisi cambi di rotta cui ci ha abituato ormai da un biennio a questa parte.
Il bassotto sceglie l’uomo per sempre.
Bassetti cambia strada velocemente e in continuazione: va dove tira il vento che soffia dalla bocca infausta di Draghi & Co.
Il bassotto vuole il bene del suo padrone italiano. Al contrario di un Bassetti per lo più inattendibile che camaleonticamente si adegua (o meglio, si sdraia!) al mainstream pur di fare la star.
Tutti conoscono e apprezzano il bassotto sin dalla notte dei tempi: è un cane piccolo ma affettuoso, piacevole.
Mentre Bassetti, solo un paio di anni fa, era più ignoto di quel milite ignoto che a Roma riposa e fa rima con quel tipico detto latino: “Chi cazz’è?”.
Il bassotto ha fiuto, eccome: è un abile cacciatore, e riconosce a distanza gli odori della buona selvaggina, cui sa correre dietro per stanarla meglio di chiunque altro.
Anche Bassetti ce l’ha, certamente: ma soltanto per i propri interessi. Lui invece corre dietro a Roberto Speranza, che è tutto fuorché buono. E anche a tutti gli altri tutti imbecilli di governo – nessuno escluso – alla mercè dei quali si è svenduto, per un pugno di trasmissioni televisive e qualche in video in più su YouTube.
Quantomeno, in una logica inversiva, a ben guardare c’è più statura in un bassotto che in un Bassetti.
Ma il punto più rilevante viene ora: il bassotto, animale intelligente, sa sempre quando fare i propri bisogni. Qual è il momento giusto. E, soprattutto, come evitarli. Come scansarli.
A differenza, ahimé, del caro Matteo Bassetti: che nel pestarli, centrandoli appieno e scivolandoci alla grande persino sopra con tutta la faccia, mi pare riveli un tempismo sincronico davvero imbattibile.
Maurizio Scandurra