di Alessandro Ferro – Sviluppare in anticipo prototipi di vaccini contro 20 diverse famiglie di virus dal potenziale pandemico: è questa l’idea del virologo più famoso del mondo, Anthony Fauci, Direttore del National Institute of Allergy and Infectious Diseases statunitense.
“In un certo senso, il mondo è stato fortunato con il nuovo coronavirus”, ha affermato il consulente del presidente americano Joe Biden durante una conferenza stampa. Gli scienziati hanno passato anni a studiare i coronavirus, sviluppando esattamente gli strumenti necessari per realizzare i vaccini Covid non appena la sequenza genetica del virus è stata pubblicata. “Ma cosa accadrà se la prossima pandemia provenga da un virus che causa la febbre di Lassa, o dal ceppo di Ebola del Sudan, o da un virus Nipah?” La risposta sembra esserci: Fauci sta promuovendo un piano ambizioso e costoso per prepararsi a questi scenari da incubo. Costerebbe “pochi miliardi di dollari” all’anno, richiederebbe cinque anni per il primo raccolto di risultati e coinvolgerebbe un enorme gruppo di scienziati.
Vaccini contro le prossime pandemie
L’idea è quella di realizzare vaccini “prototipo” per proteggere dai virus di circa 20 famiglie che potrebbero innescare una nuova pandemia utilizzando strumenti di ricerca che si sono rivelati efficaci per il Covid-19: in questo modo, i ricercatori scoprirebbero la struttura molecolare di ciascun virus, imparerebbero dove gli anticorpi devono colpirlo e come spingere il corpo a produrre esattamente quegli anticorpi.
“Se otteniamo i finanziamenti, che credo che otterremo, probabilmente inizieranno nel 2022”, ha detto il Dott. Fauci al New York Times, aggiungendo che ha promosso l’idea “in discussioni con la Casa Bianca e altri”. Anche il dottor Francis Collins, direttore del National Institutes of Health, ha ritenuto probabile che sarebbero stati stanziati i fondi necessari definendo il progetto “avvincente”. “Mentre iniziamo a contemplare una conclusione positiva della pandemia di Covid-19, non dobbiamo tornare all’autocompiacimento”, ha affermato Collins.
Il processo per nuovi vaccini
Gran parte del sostegno finanziario proverrebbe dall’Istituto del dottor Fauci, ma un progetto di questa portata richiederebbe fondi aggiuntivi che dovrebbero essere stanziati dal Congresso. Il budget di quest’anno per l’istituto di malattie infettive è stato di poco più di 6 miliardi di dollari ma Fauci non ha specificato quanti soldi aggiuntivi sarebbero necessari. Se le reti di sorveglianza rilevassero un nuovo virus che si diffonde dagli animali alle persone, la logica è che gli scienziati potrebbero fermarlo immunizzando le persone all’inizio dell’epidemia e producendo rapidamente il prototipo di vaccino. E se il virus si dovesse diffondere prima che il mondo si rendesse conto di cosa sta succedendo (come accaduto per il Covid), i vaccini prototipo potrebbero essere distribuiti più ampiamente.
Dove nasce l’idea
Il progetto di creare prototipo di vaccini è nato da un’idea del Dott. Barney Graham, vicedirettore del Centro di ricerca sui vaccini presso l’Istituto nazionale di allergie e malattie infettive: l’iniziativa era stata già presentata nel febbraio del 2017 in una riunione privata dei direttori dell’istituto perché molti virus, nel recente passato, avevano già minacciato di trasformarsi in pandemie: l’influenza suina H1N1 nel 2009, la Chikungunya nel 2012, MERS nel 2013, Ebola nel 2014, Zika nel 2016.
Ogni volta che gli scienziati si sono dati da fare per cercare di creare un vaccino, il loro unico successo è stato parziale con un vaccino contro l’Ebola che ha aiutato a controllare l’epidemia ma non avrebbe funzionato contro altri ceppi di Ebola. Le altre epidemie sono svanite prima che i vaccini potessero essere realizzati o testati. Dopo aver sentito il discorso d Graham, Fauci ne è stato ispirato. “Mi ha colpito e gli altri nel comitato esecutivo come qualcosa che è davvero fattibile”, ha affermato.
L’istituto per le allergie e le malattie infettive ha creato un foglio di calcolo per ciascuna delle 20 famiglie di virus che mostra ciò che è noto sull’anatomia e le vulnerabilità di ciascun patogeno. “Per ogni famiglia di virus siamo in uno stato diverso di conoscenza e sviluppo del vaccino”, ha affermato il dott. John Mascola, direttore del Centro di ricerca sui vaccini presso l’istituto. Il programma stabilisce anche accordi di collaborazione con aziende farmaceutiche per produrre rapidamente vaccini prototipo come quanto successo con le vaccinazioni per il Covid-19. La ricerca va avanti ma per ora, l’unico pensiero, è vincere l’attuale pandemia. www.ilgiornale.it