di Roberto Vivaldelli – Non ci sono solo i “no-vax” e i cosidetti “no-pass” contro il Green pass del governo Draghi ma anche le minoranze Lgbtq. Motivo? Il certificato verde che entrerà in vigore il 6 agosto sarebbe discriminatorio nei confronti delle persone transgender. “Abbiamo il problema del green pass. Lungi da me ogni vicinanza coi no vax, ma per come è stato pensato abbiamo un problema. Le persone transgender dovranno mostrare un Qr code che rimanderà alle informazioni anagrafiche, cosa che causa molto disagio, ed espona la persona”.
A dirlo, come riporta La Nazione, è stato Christian Cristalli, presidente e cofondatore di Gruppo trans Bologna durante una commissione consiliare del Comune di Bologna convocata dai consiglieri di Coalizione civica Emily Clancy e Federico Martelloni.
Associazioni transgender e queer contro il Green pass
Il problema, ha sottolineato Cristalli durante l’audizione, è che il Green pass “rivelerà il dato anagrafico in tutti i luoghi in cui sarà richiesta la certificazione” afferma. “Dobbiamo lavorare in sinergia con istituzioni e associazioni, per creare ambienti e misure inclusive. Vorrei ricordare che il nostro Paese – spiega -stando ai dati forniti da Ilga, l’associazione internazionale lesbiche, gay, bisex, trans intersex, recentemente ha subito uno scivolone nella classifica di quelli considerati friendly”.
Ma non è l’unica realtà di questo tipo a porre il problema sul certificato verde. Come sottolinea il blog Progetto gender queer, uno dei più seguiti sui social, il nostro è “un mondo che ha sempre di più voluto una burocratizzazione e un’identificazione continua della persona, come in Minority Report, al netto della scansione oculare”.
Contro il green pass per un problema di privacy
ll problema del certificato verde è come “verrà gestita la privacy in un mondo che non tiene conto delle persone transgender e non binarie. Ci ritroveremo in contesti con persone a cui non abbiamo voluto dire il nostro nome anagrafico (perché dirlo ha sempre ricadute emotive su di te e sull’altra persona, mai davvero annullabili) e “chi gestirà questi dati potrebbe pronunciare il nome ad alta voce, ad esempio, magari anche per la sorpresa che sia quello il tuo nome, senza sapere esattamente se sei una persona transgender o non binaria, e prendendola sul ridere”. Potrebbero crearsi, e sicuramente si creeranno, situazioni spiacevoli, sottolinea il blog che si rivolge al mondo Lgbtq.
Dal prossimo 6 agosto potrebbe essere obbligatorio mostrare la certificazione verde per viaggiare su aerei, navi e treni. Ma non è questa l’unica novità in programma: nel provvedimento del governo verrà inserito anche il piano di riapertura delle scuole in presenza in vista del prossimo anno scolastico. Rimandata a data da destinarsi, invece, la decisione sul possibile obbligo vaccinale per gli insegnanti e per il personale Ata. www.ilgiornale.it