Andrea Orlando fa il proletario: “Vivo nella casa popolare di mio nonno”

andrea orlando

Andrea Orlando, intervistato da Tomaso Labate su Sette, l’inserto del Corriere della Sera, sostiene di vivere ancora nella casa popolare di suo nonno. Insomma, il ministro viene incoronato l’ultimo comunista. Ma in realtà, rivela Dagospia, Orlando “vive cinque giorni su sette in un bell’appartamento in pieno centro di Roma. A La Spezia (dove c’è la casa popolare del nonno, ndr) ci va una volta al mese. E in Messico ha una casa dove ‘svacanza’…”.

Quindi le cose starebbero diversamente da come le racconta il ministro del Lavoro a Sette, che, ricorda, “a vent’ anni ha fatto in tempo a essere eletto al consiglio comunale di La Spezia sotto le insegne del Partito comunista italiano”. Orlando sostiene di amare “la musica melodica napoletana. Sergio Bruni, Mario Abbate, Roberto Murolo, scendendo fino alle rivisitazioni più contemporanee, ai cosiddetti neomelodici o le rancheras messicane” e tiene a sottolineare che “sono i suoni che mi arrivavano da bambino dagli altri appartamenti delle case popolari in cui sono cresciuto”.

Ecco, appunto, la casa popolare. Dice Andrea Orlando:

“Non solo nato. Tuttora vivo a La Spezia in quelle che una volta si chiamavano le ‘case Fanfani’, dal nome del ministro del Lavoro che portò alla realizzazione dell’edilizia popolare”. E aggiunge: “Sì, certo, avrei avuto la possibilità di comprare un’altra casa. Ma non l’ho fatto”.

Quindi spiega meglio: “Era la casa in cui mio nonno viveva e che poi ha riscattato. Sono rimasto lì, non per vezzo o per chissà cosa. Se sei nato in periferia, sai benissimo che la periferia non è un’esperienza esotica, come la raccontano alcuni. È una cosa normale, che va trattata come una cosa normale. E che è cambiata moltissimo in questi anni”. E l’appartamento in centro a Roma? Perché il ministro non ne parla? Ha forse paura di non essere l’ultimo comunista?  www.liberoquotidiano.it