Caterina Soffici per la Stampa – Se non sarà lo Stato a proteggermi, lo farò io. Questa estate frequenterò solo persone che si sono vaccinate. In casa mia non si entra senza il green pass. I negazionisti e i No Vax li ho già eliminati dalle frequentazioni abituali (per fortuna erano solo un paio di persone). Ora basta anche con i dubbiosi, gli attendisti, quelli che vai avanti tu che poi ci penso, quelli che non sono No-Vax-Ma-Però, quelli che io ancora non l’ho fatto perché ci sono poche fiale ed è giusto proteggere prima i più deboli. Adesso le fiale ci sono, prenotatevi e fate il vostro dovere civile, perché di questo si tratta.
Non è molto educato chiedere lo stato vaccinale a un’altra persona? Lo stato di salute di un privato cittadino è un dato sensibile? Si invade la sfera delle libertà personali? Non mi interessa. Sarò molto maleducata, ma come privata cittadina sono libera di fare le mie scelte e penso che il diritto mio a non essere contagiata valga quanto quello di un altro a non vaccinarsi. Sarà anche una frase spesso abusata, ma sto con Martin Luther King, che di diritti negati e libertà se ne intendeva: la libertà personale finisce dove comincia la libertà altrui.
Quelli che rivendicano il diritto a non vaccinarsi lo fanno a scapito della libertà mia e di tutti gli altri cittadini che hanno diritto ad essere liberi di non contagiarsi e di vivere in sicurezza. Di più. Ormai la scienza ha imparato a conoscere questo virus, e ci ha spiegato fino alla nausea che finché non si raggiunge la famosa immunità di gregge, nessuno sarà al sicuro. Meno persone si vaccinano, più il virus muterà. Più il virus muterà, meno saremo tutti più sicuri.
Chi non si vaccina mette a rischio la mia salute e viola quindi la mia libertà. Se a settembre, ma anche prima a sentire gli esperti, non ci sarà una copertura della maggioranza della popolazione, saremo punto e a capo. Basta con la scuola a distanza. Basta con le chiusure. Basta con le regioni a colori. I miei figli hanno diritto a tornare sui banchi dal vivo e non posso pensare che chi tentenna, chi tergiversa, chi si rifiuta di vaccinarsi possa mettere a rischio il loro futuro, il loro diritto a una istruzione vera, non a questo surrogato via zoom.
Quindi la mia decisione è presa. Sarò molto maleducata e intollerante e credo che sia una battaglia civile che le persone avvedute dovrebbero combattere sul piano personale, in attesa che anche il nostro governo si muova. Spero vivamente che si adotti la linea dura alla Macron. Voglio poter andare in sicurezza a un cinema, a un museo, a cena in un ristorante, prendere un treno o un aereo, andare in un albergo, anche a prendere un caffè al bar.
Spero anche che passi la linea del sottosegretario alla Sanità Sileri, che ha ventilato l’ipotesi di evitare la quarantena per chi è vaccinato ed entra in contatto con un positivo. Se rispetto il principio secondo cui uno stato di diritto (e non siamo in Cina o sotto Orbàn o nella Turchia di Erdogan) non possa imporre l’obbligo di vaccinarsi ai suoi cittadini – ma anche su questo ci sarebbe da discutere in caso di una pandemia e sono certa che i costituzionalisti lo faranno – sono altrettanto certa che si debba far pagare un prezzo sul piano della libertà a chi non si vaccina.
Non è un obbligo, ma chi fa certe scelte deve sapere quale sarà la conseguenza. Tutto il resto andrebbe catalogato sotto la voce chiacchiere di finti liberal-libertari che giocano con le paure della gente e la disinformazione. Era prevedibile che il populismo scaltro di Salvini e Meloni non perdesse l’occasione di cavalcare l’onda di protesta di chi crede che il proprio diritto di singolo valga più dei diritti degli altri, che in questo caso sono la maggioranza. Se volessimo innalzarci un poco dalla polemica da trivio, sono concetti che aprono altri e ampissimi orizzonti di dibattito, e si potrebbe estendere a tutti i campi delle libertà individuali.
E potremmo incamminarci sul sottile crinale che delimita la differenza tra egoismo e libertà individuale. E sul significato del bene comune contro la libertà del singolo. Se n’è già dibattuto ai tempi dei lockdown e delle restrizioni alla libera circolazione, se cioè il diritto costituzionale alla salute, essendo un diritto dell’individuo, non sia subordinato al libero giudizio e alla libertà personali. E dunque se non ci sia il rischio che limitare certe libertà (ai non vaccinati, nel caso in questione) significhi scivolare in un regime totalitario sanitario.
Da parte mia una risposta ce l’ho: rispondo a questi dubbi con la certezza che nel mondo libero la libertà tua termina dove inizia la libertà mia. Chi preferisce il contrario, può accomodarsi alla corte di Orbàn e soci, che hanno qualche dimestichezza con le limitazioni di certe libertà. Ce li manderei volentieri, ma non vorrei essere troppo maleducata.
Caterina Soffici