Stuprato dal datore di lavoro, “ha rischiato di morire”

salal operatoria

“Ha rischiato la vita, l’abbiamo ’preso per i capelli’ poiché si stava già generando una infezione che l’avrebbe ucciso in uno, massimo due giorni”. E’ stato sentito ieri in tribunale a Modena come testimone del pm il chirurgo dell’ospedale di Carpi che operò il 40enne di Mirandola vittima di violenza sessuale, maltrattamenti e lesioni gravissime provocati, secondo l’accusa, dall’imbianchino e datore di lavoro con cui conviveva e ora imputato per i gravi reati.

Non ricordo a quanti interventi chirurgici riparatori è stato sottoposto il paziente, che ancora porta le conseguenze fisiche di quella violenza“, ha detto in sostanza il medico. I fatti contestati all’imputato (presente in aula) sono pesanti soprusi – anche sessuali – che sarebbero andati avanti dal 2017 al 2019, fino al giorno dello stupro. Una testimonianza importante, quindi, quella del medico sia per il pm che sostiene l’accusa sia per la vittima, costituitasi parte civile tramite gli avvocati Cosimo Zaccaria e Nicola Elmo.

Una vicenda dai contorni terribili poichè tutto si sarebbe snodato in un rapporto di forte soggezione, degrado e violenza da parte dell’imbianchino ai danni del suo dipendente e coinquilino. I fatti sono emersi appunto dopo il ricovero d’urgenza della vittima, che ha dato avvio alle delicate indagini condotte dalla squadra mobile di Modena.  www.ilrestodelcarlino.it