“Ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto”. Così Malika Chalhy, la giovane di Castelfiorentino cacciata da casa dalla propria famiglia perché lesbica, ha risposto in un’intervista di Selvaggia Lucarelli pubblicata su Tpi.it, dopo che, in una storia postata su Instagram, era stata ripresa alla guida di una Mercedes, appena uscita dalla concessionaria. Un post che ha generato perplessità sui social dopo che per aiutare la ragazza a vivere lontano dalla famiglia erano state lanciate raccolte fondi che avevano raggiunto la somma di circa 140mila euro.
Vittima di omofobia
“Io prima dell’accaduto – ha raccontato Malika Chalhy – prendevo 700 euro per il mio lavoro in fabbrica, ero in cassa integrazione da gennaio e aiutavo i miei con un finanziamento. Prima ne prendevo di più, ma pochi. Adesso ho avuto delle spese per la macchina, per il dentista… del resto non è che ho i genitori pronti alle spalle”.
E ha aggiunto: “Ho preso la casa in affitto a Milano, abbiamo dato un anno di affitto più duemila euro di caparra. Poi ho pagato dentista, avvocato, ho comprato dei vestiti. Non avevo niente, era rimasto tutto a casa dei miei”.
Nell’articolo parla anche Roberta, definita come una agente/portavoce di Malika, che sui fondi raccolti spiega: “Insieme a Boldrini avevamo deciso di fondare un’associazione per le vittime di discriminazioni. Abbiamo cercato di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’. Siamo in una fase in cui non sappiamo ancora bene, mettiamo dei paletti. Malika però non sta bruciando i soldi, il bene deve procurare bene, quei soldi sono lì“.
Ma la deputata Laura Boldrini, con una dichiarazione a Tpi.it, ha smentito: “Mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi”. https://tg24.sky.it