Non si vaccina in presenza di varianti – Quanto incide la vaccinazione sulla possibilità che il virus muti in varianti resistenti? La domanda, più volte posta in dibattiti tra favorevoli e contrari alla vaccinazione, ha una risposta complessa e articolata. Tutto dipende infatti dal livello di trasmissione del virus nel momento in cui si inizia a vaccinare.
A fare un quadro chiaro della realtà, era stato appena due mesi fa il microbilogo Andrea Crisanti, in una dichiarazione a Uno Mattina del 19 aprile 2021, poi riportata da diverse agenzie (qui).
‘La probabilità che una variante emerga è direttamente proporzionale al livello di trasmissione – aveva spiegato Crisanti citando le 92 varianti Covid presenti in quel momento in Brasile -. Se a questo dato sovrapponiamo la vaccinazione si crea la situazione in cui si selezionano le varianti resistenti al vaccino.
Non si vaccina in presenza di varianti
Non si vaccina con alti livelli di trasmissione, questo è l’Abc della genetica. Più c’è moltiplicazione virale più crescono le probabilità che aumentino varianti e che possa emergere una variante resistente al vaccino. Non si vaccina in presenza di varianti, perché sarebbe come trattare una persona affetta da un’infezione batterica con un basso livello di antibiotici o addirittura con antibiotici sbagliati. Così si selezionano le varianti resistenti, è inevitabile’.
Una lezione chiara pronunciata da uno scienziato decisamente favorevole alla vaccinazione. Una lezione che però appare oggi, a soli due mesi distanza e in piena emergenza di variante Delta, dimenticata. www.lapressa.it