M5s, Conte: “non faccio il prestanome di un leader ombra”

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“non faccio il prestanome di un leader ombra” – La versione di Giuseppe Conte. Dopo giorni di polemiche e di tensioni intestine all’interno del MoVimento, l’ex premier convoca una conferenza stampa per ricostruire gli eventi degli ultimi mesi e per annunciare la sua posizione. Dopo lo scontro con Beppe Grillo, Conte pone le sue condizioni e chiede un voto della base per guidare la rifondazione del Movimento cinque stelle.

“Non sarò un leader dimezzato – ha detto Conte nella conferenza stampa – voglio una maggioranza ampia, non mi presto a un progetto in cui non credo. Non posso assumere una decisione solo con il cuore se poi la testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato”, dice l’ex capo del governo. La ricostruzione del percorso “Il 4 febbraio usci’ da palazzo Chigi e rilasciai alcune dichiarazioni pubbliche. In quell’occasione lanciai un appello perche’ tutte le forze politiche che sostenevano il governo uscente sostenessero il governo Draghi. In quell’occasione mi venne spontaneo rilasciare una dichiarazione rivolta agli amici M5s: io ci sono e ci saro’. Fu una naturale manifestazione di affetto e riconoscenza per la reciproca fiducia e lealta’”, dice Conte.

“Pochi giorni dopo Beppe Grillo mi chiese di diventare leader politico del M5s. Poi mi invito’ a partecipare a un incontro il 28 febbraio per discutere del mio ingresso nel movimento. In quell’occasione rifiutai ritenendo che un mio ingresso a freddo non ratificato dalla base del M5s fosse privo di una legittimazione solida”, aggiunge.

“Non voglio le scuse, ho senso dell’ironia”

“Non ne faccio una questione personale, e non ho mai chiesto le sue pubbliche scuse. Non è certo una battuta irriverente o sgradevole che mi preoccupa. Per fortuna ho senso dell’ironia” Serve un campo largo “Abbiamo bisogno di un campo largo. Dobbiamo lavorare nel rispetto delle reciproche autonomie con tutte le forze che fin qui si sono mostrate concretamente sensibili al nostro slancio innovatore. Questo è il momento in cui l’intera comunità 5 Stelle deve assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Il mio l’ho fatto”.

“All’intera comunita’ M5s chiedo di non rimanere spettatrice passiva e di esprimersi sulla proposta che presento. Non mi accontentero’ di una risicata maggioranza non mi bastera’. Mi metto in discussione”.

Una diarchia non funziona. Non faccio il prestanome

“Una forza politica che ambisce a guidare il Paese non può affidarsi a una leadership dimezzata, sono stato descritto spesso come uomo delle mediazioni, ma suquesto aspetto non possono esservi mediazioni, serve una leadership forte e solida, una diarchia non può essere funzionale, non ci può essere un leader ombra affiancato da un prestanome e in ogni caso non poteri essere io”.

Grillo decida che padre vuole essere

“Beppe sa bene che ho avuto e avrò sempre rispetto per lui. Spetta a lui decidere se essere il genitore generoso che lascia crescere la sua creatura in autonomia o il genitore padrone che ne contrasta l’emancipazione. Per lui c’è era e ci sarà sempre il ruolo di Garante, ma ci sarà distinzione tra la filiera di garanzia e la filiera degli organi di politica attiva al cui vertice ci deve essere il leader politico e la filiera di controllo”.

“Non basta il cuore, la testa mi dice che il percorso è sbagliato”

“Io non posso assumere una decisione solo con il cuore se la mia testa mi suggerisce che il percorso è sbagliato. Non posso prestarmi ad un’operazione in cui non credo.”  www.rainews.it