Intervista al prof. Alessandro Meluzzi di Americo Mascarucci per lospecialegiornale.it
Avviate le prime procedure da parte delle aziende sanitarie di varie Regioni per la sospensione degli operatori sanitari non vaccinati per Covid-19. Si tratta di medici, infermieri, operatori delle varie professioni sanitarie e assistenti socio-sanitari per i quali la legge prevede l’obbligo vaccinale quale requisito per l’esercizio della professione. “Ad oggi, – riporta La Stampa – secondo le stime della struttura commissariale per l’emergenza Covid, l’esercito di operatori “no vax” conterebbe oltre 45mila professionisti, dei quali però solo lo 0,2% – precisano i sindacati di categoria – è rappresentato da medici.
Più precisamente, secondo il report settimanale della struttura Commissariale, sono 45.753, tra medici, infermieri e personale sanitario in generale, i professionisti della sanità non ancora vaccinati in Italia: si tratta del 2,36% della categoria”. Ma è lecito sospendere dal lavoro i medici che si sono sottratti ad un obbligo finora imposto esclusivamente al mondo sanitario? Ne abbiamo parlato con il medico e psichiatra Alessandro Meluzzi.
Sospensione medici no vax
I medici e gli operatori sanitari non vaccinati rischiano la sospensione dalle attività. Alla fine le minacce si stanno concretizzando?
“Si tratta a mio giudizio di una procedura anticostituzionale, totalmente contro legge visto che nessuno può essere obbligato ad aderire ad una terapia sperimentale. Inoltre qui c’è anche una questione logica che va affrontata, perché non è stato dimostrato in alcun modo che i vaccinati non sono portatori di virus. Anzi, è vero l’esatto contrario. Quindi viene a cadere anche il pretesto di dover garantire la salute dei pazienti. Siamo in aperta contraddizione con ogni deontologia etica e medica e ritengo anche sia gravemente offensivo nei confronti di persone che hanno dato tanto durante la pandemia e la cui libertà di scelta deve essere tutelata. Spero che i tribunali nazionali ed internazionali intervengano a ripristinare le regole del diritto”.
Non è paradossale che si adottino certi provvedimenti nel momento stesso in cui il Covid ha messo chiaramente in evidenza la carenza degli organici nel comparto sanitario?
“Guardi che ci troviamo di fronte ad una questione meramente politica e simbolica, non ci sono altre ragioni per imporre la vaccinazione ai medici. Spero che la Corte di Cassazione stabilisca una linea chiara su questo. Non credo ci siano i margini costituzionali per poter giustificare simili provvedimenti, la Costituzione è molto chiara su questo e non può essere interpretata in maniera estemporanea. Ma torno a dire che qui si tratta soprattutto di logica. Perché se un vaccino non offre alcuna certezza circa l’effettiva capacità di bloccare il virus come è stato del resto confermato dalle stesse case farmaceutiche, questa misura punitiva nei confronti del personale sanitario rischia di diventare addirittura più pericolosa del Covid”.
Il presidente dell’Ordine dei Medici però insiste nel sostenere che un medico non può essere un potenziale veicolo di malattie per i pazienti che è chiamato a curare. Come risponde?
“Evidentemente pochi hanno letto le liberatorie che vengono fatte firmare ai pazienti al momento della vaccinazione, e forse neanche i bugiardini delle case farmaceutiche da dove si evince chiaramente che i vaccinati non saranno protetti dal rischio di contrarre il virus. Anzi, grazie al fatto che con il vaccino probabilmente non presenteranno sintomi, diventeranno ancora più pericolosi perché la presenza del virus non potrà essere rilevata nemmeno misurando la temperatura come avveniva fino ad oggi. Rischiamo di ritrovarci con un esercito di asintomatici che pur non avendo la febbre saranno comunque portatori e trasmettitori di Covid”.
Ora c’è la variante Delta che rischia di dare vita a nuove ondate in autunno. Si dice però che con i vaccini sarà più facile contrastarla. Cosa pensa al riguardo e come ci si può proteggere altrimenti?
“La variante Delta è soltanto l’ultima di tante varianti che stanno circolando nel mondo. I virus si modificano continuamente e da qui alla fine della fase endemica di varianti ne vedremo ancora. Ora deve essere dimostrato che i vaccini proteggono anche dalle varianti e mi pare che questo finora non sia avvenuto come acclarato in Inghilterra dove la variante indiana si sta diffondendo nonostante la vaccinazione di massa. Il problema prima che sanitario è soprattutto geopolitico. La cosa migliore da fare sarebbe stata quella di seguire da subito il modello della Svezia dove non è stato attuato alcun lockdown, non sono state imposte mascherine, si è lasciato circolare liberamente il virus favorendo la diffusione degli anticorpi e quindi immunizzando naturalmente il 95% degli infettati. In più si è provveduto a curare bene i soggetti fragili che si ammalavano”.
In Italia i contagi stanno calando di giorno in giorno. Merito delle vaccinazioni o dell’arrivo del caldo?
“I contagi stanno calando per quella che è la normale ciclicità dei virus influenzali. Ad ottobre però questi si ripresenteranno come è normale che avvenga e allora avranno un ottimo pretesto per dare la caccia ai non vaccinati additandoli come responsabili della ripresa dei contagi. A quel punto vedremo le persone nei conteiner che si vaccineranno perché obbligate, proprio come sta avvenendo ai medici”.
Lei nell’ultima intervista si rifiutò di rivelare di essere o meno vaccinato. Che effetto le fa vedere che sta crescendo il numero delle persone che si rifiutano di rendere pubblica la loro decisione? L’ultimo è stato il filosofo Cacciari protagonista di uno scontro tv con la Gruber.
“La salute è un fatto privato e nessun cittadino è obbligato a rivelare dati sensibili. Questo lo stabiliscono sia le norme etiche che quelle costituzionali ma a quanto pare ormai sono diventate carta straccia”.
Medici no vax e privacy
Anche un medico quindi potrebbe rifiutarsi di dire se si è vaccinato o no su richiesta dell’Azienda sanitaria?
“Ovviamente, anche se in questo caso viene fatto prevalere, con un’interpretazione molto creativa della Costituzione, il diritto alla tutela del paziente. In pratica il medico diventa l’unico soggetto al quale non è riconosciuto il diritto alla propria privacy. Credo che di questo dovranno occuparsi i tribunali e la giurisprudenza, ancora di più quando sarà finalmente chiaro che il vaccinato è un silente e asintomatico portatore di virus e come tale ancora più pericoloso non presentando alcun sintomo riconoscibile”.