La legge che vieta la propaganda gay ai minori “é contro i ‘valori’ della UE”

propaganda gay

I commissari Didier Reynders e Thierry Breton, su disposizione della presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, hanno scritto “una lettera politica” alla ministra della giustizia ungherese, Judith Varga, in cui ravvisano gli estremi delle violazioni delle direttive sui servizi dei media audio-visivi, l’e-commerce e la Carta dei diritti fondamentali, se la legge anti-Lgbti entrerà effettivamente in vigore. Budapest ha fino alla fine di giugno per rispondere a Bruxelles. Secondo quanto spiegano fonti Ue, si tratta dell’anticamera di una procedura di infrazione.

Propaganda gay ai minori, la risposta di Orban

“Non abbiamo una legge” contro l’omosessualità in Ungheria. “Abbiamo una legge che difende genitori e bambini. E’ sempre meglio leggere prima e poi reagire”. Aveva affermato il premier ungherese, Viktor Orban, arrivando al vertice europeo. Orban ha detto di aver risposto in questi termini ai leader che lo hanno criticato, ed ha ricordato di aver “lottato per la libertà sotto il regime comunista, anche per i diritti gay“. “Non si tratta di omosessualità”, ha insistito, dicendosi disponibile al confronto. Ma non ritirerà la legge, “già approvata e in vigore”.

Secondo la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen “La legge ungherese è una vergogna, discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi” e già ieri aveva annunciato di aver dato istruzione ai suoi “commissari responsabili di scrivere una lettera alle autorità ungheresi nella quale esprimiamo le nostre preoccupazioni legali prima che la legge entri in vigore”.

“L’ho già detto altre volte e voglio ripeterlo anche qui, io credo fortemente in una Ue in cui si è liberi di amarre chi si vuole – ha precisato -. Credo in una Ue che abbracci la diversità che è al fondamento dei nostri valori e userò tutti i poteri della Commissione per fare in modo che i diritti di tutti i cittadini europei siano garantiti per chiunque e ovunque”.  ansa

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L’UNICEF afferma che qualsiasi tentativo di impedire ai bambini di accedere alla pornografia online potrebbe violare i loro diritti umani. L’UNICEF basa questa affermazione su un’interpretazione espansiva del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

L’UNICEF afferma inoltre che chiedere la verifica dell’età per accedere alla pornografia online potrebbe negare ai bambini l’accesso a quella che chiama “educazione sessuale vitale”.