Tendere la mano è una ‘virtù eroica’: così è secondo Papa Francesco che ha approvato il decreto in cui viene dichiarato venerabile Robert Schuman, statista francese, padre dell’unità europea. Dopo la guerra è sua una delle mani tese alla Germania: un pensiero illuminato da un uomo che si era formato nelle divisioni, nato in Lussemburgo da padre originario della Lorena francese passata poi sotto la giurisdizione tedesca.
Il processo di canonizzazione è iniziato nel 2004, sostenuto dalla diocesi di Metz. Alle qualità di politico, Schuman univa anche una profonda fede religiosa, che scandiva le sue giornate con la messa della mattina e la preghiera ai Vespri. La Chiesa riconosce l’impegno di Schuman nella sua vita cristiana.
Da giovane cominciò con l’occuparsi dei bambini poveri. Willibrord Benzler, che divenne vescovo di Metz, lo volle presidente della Federazione diocesana delle Associazioni giovanili cattoliche.
Robert Schuman, l’impegno pubblico
Sul fronte dell’impegno pubblico, Schuman ha ricoperto le maggiori cariche istituzionali in Francia: ex primo ministro, titolare del dicastero delle finanze e degli esteri poi. In tale veste, fu protagonista dei negoziati che si svolsero alla fine della guerra e che portarono alla creazione del Consiglio d’Europa, della NATO e della CECA, la comunità europea del carbone e dell’acciaio.
Robert Schuman sposò il sogno di un’Europa coesa: un progetto visionario che trovò il suo culmine in quel 25 marzo 1957, la data del Trattato di Roma col sodalizio di Konrad Adenauer e Alcide De Gasperi e con l’elezione per acclamazione di Schuman come primo presidente del nuovo Parlamento Europeo. EURONEWS