di Armando Manocchia– La Covid-19 ha reso ineludibile una seria riflessione sul rapporto tra l’esercizio della Democrazia e la scienza. Nonostante l’argomento venga dibattuto da più di un secolo, gli avvenimenti recenti dimostrano come non sia ancora esaurito né indagato a sufficienza.
La sua prepotente attualità, che ha riflessi estremamente tangibili nelle nostre vite, impone ai cittadini di partecipare attivamente a questo dibattito, poiché il de-responsabilizzarsi comporta una cessione del proprio spazio di libertà e la possibilità per le aberrazioni del recente passato di ripresentarsi con violenza.
Checché se ne pensi, dall’eugenetica – scienza orientata al miglioramento della specie umana – fino alla pubblicazione del Manifesto della razza, le peggiori atrocità compiute nel Ventesimo secolo sono state perpetrate nel nome della scienza.
Atrocità in nome della scienza
A formulare e promuovere queste teorie, oggi relegate a pseudo-scienze, non erano infatti fantomatici santoni o filosofi ispirati da divinità oscure, ma insigni studiosi e professori del campo della Medicina, della Psichiatria, della Biologia, della Zoologia, dell’Antropologia… È stata la scienza, non l’esoterismo, a fornire l’impalcatura teoretica sulla quale si è fondato il nazismo, con argomentazioni tanto convincenti da giustificarne le azioni e da mettere a tacere le voci non allineate.
La storia si ripete. Lapalissiano, ma doveroso ricordarlo: la scienza, se intesa come strumento al servizio di un’ortodossia repressiva, non può essere annoverata tra i fenomeni di nuova generazione.
A chi si è domandato come sia stato possibile che le masse non solo accettassero ma sposassero entusiaste tali ideologie, l’attualità fornisce una chiave di lettura privilegiata.
Nel parlare della narrazione ufficiale della PSICOPANDEMIA COVID-19, ingabbiata tra propaganda e censura, non mi addentrerò nel dibattito scientifico, prima perché non ne ho le competenze e poi, perché è la conseguenza e non la causa del clima nel quale viviamo ormai da un anno e mezzo.
La ‘Scienza’ o se volete, la “Fantascienza”, è stata infatti eletta a strumento con il quale si è giustificata la gestione della psicopandemia, legittimando da un lato la graduale sospensione di diritti fondamentali inalienabili e cancellando dall’altro ogni spazio di dialogo e di dissenso.
Questo PANDEMONIO è stato reso possibile grazie a una narrazione sapientemente allineata e diffusa della comunicazione di massa, orchestrata dai professionisti della mistificazione e della menzogna a libro paga del CARTELLO FARMACEUTICO e di speculatori travestiti da filantropi.
Nella società attuale siamo tutti, più o meno consapevolmente, consumatori di informazioni che, per loro stessa natura, dovrebbero informare gli utenti e non manipolare gli “utonti” per scopi che esulano dal contesto nel quale sono inserite.
Tuttavia, quello a cui siamo spesso esposti non è informazione ma propaganda.
Editoriale da “Piazza Libertà” – programma di informazione condotto da Armando Manocchia – del 13 giugno 2021.
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