Roma, 15 giu — Con Infinita pandemia il professor Alessandro Meluzzi torna a pubblicare per Altaforte edizioni un testo di notevole importanza ed estrema attualità: se con il precedente Attacco alla famiglia presentava infatti un’ampia analisi dei tentativi di decostruzione della famiglia tradizionale, ultimo bastione rimasto a fronte del caos della modernità globale, evanescente e liquida, con la sua ultima fatica Meluzzi ci regala un minuzioso studio sulle modalità con cui il Covid-19 — e soprattutto i poteri statali e globali che del Covid-19 si sono serviti — ha impresso una modifica genetica al nostro vivere civile.
Infinita pandemia: uno sguardo sulla società del Covid-19
Il relativismo, il narcisismo, il trionfo dell’economico sul politico e lo scientismo militante hanno portato a una frammentazione caotica. Le nostre principali ed essenziali libertà sono state azzerate sotto il peso di decisioni sempre più opache, dure da accettare, liberticide, mentre sui principali social e mezzi di comunicazione andava in scena l’egotico esibirsi di medici, scienziati — o presunti tali.
Il cambiamento è iniziato ben prima del Covid
Con Infinita Pandemia il Professor Meluzzi scorge la linea comune che lega gli esperimenti di ingegneria sociale che i pubblici poteri e i centri della finanza mondiale hanno impresso alla società con la pandemia, con i fenomeni ad essa preesistenti ma evidentemente affini: dalle politiche di controllo totale emerse dopo l’11 settembre 2001, al disciogliersi dello Stato nazionale nei flussi liquidi e finanziari della globalizzazione, passando per la sempre più feroce digitalizzazione e il riflusso del valore stesso della famiglia e dei valori comunitari.
Un percorso inesorabile di atomizzazione della società, con l’uomo ridotto a monade dispersa nel mare di silicio di una globalizzazione dal volto sempre meno umano e sempre meno storico. E’ in questa prospettiva che, dall’incrocio tra mondo digitale e forme sempre più capillari di sorveglianza, origina una nuova, preoccupante forma di capitalismo: il capitalismo della sorveglianza.
La pandemia ha solo accelerato lo scenario
La pandemia, nota Meluzzi, non ha fatto altro che accelerare uno scenario che era già comunque evidente. La libertà e la volontà di dare senso a una comunità, territoriale o nazionale, vengono cioè stritolate dal rullo compressore del digitale, della finanza, degli interessi economici, fatti avanzare da dispositivi di controllo sociale, da regole di distanziamento che scandiscono la nostra quotidianità. Il potere ormai ci dice come muoverci, se poterci muovere, ci «concede» sempre più ristretti spazi di finta libertà, finisce per inocularsi nel profondo del nostro essere e ci rende a tutti gli effetti dipendenti da queste attenzioni non richieste.
Come resistere?
Infinita pandemia è un’opera accurata, puntuale e preziosa, che mostra una via da percorrere per resistere a questo in apparenza inarrestabile moto collettivo. Un moto che ha come scopo la trasformazione dell’uomo stesso in un’entità del tutto suddita, ridotta alla mera funzione di utente. Un transumanesimo, di quelli tanto cari a una certa parte dei signori della Silicon Valley, privo di autentici valori, di solide radici, di tradizione, alla cui fine, al termine del viaggio nebuloso tra silicio e iper-individualizzazione, c’è la fine dell’uomo. Al contrario, è tempo di riscoprire nell’oceano della globalizzazione il noi, la valenza fondante della identità, il passato della storia e della cultura della nazione.