Un solido sistema di sorveglianza globale basato su dati e trasparenza, ma anche un epidemiologo capo europeo e un quadro comune sullo stato di emergenza pandemico. La Commissione europea ha fatto il punto sulle lezioni tratte dalla pandemia nel primo documento che punta il dito su cosa non ha funzionato negli ultimi 18 mesi. Il documento parte da un primo, anche se deciso, atto d’accusa nei confronti di Pechino.
“Quando l’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato la pandemia globale l’11 marzo 2020, il virus aveva preso piede in Europa” e “ciò è stato esacerbato dalla mancanza – o dalla soppressione – di informazioni condivise dalle autorità cinesi all’inizio dell’epidemia”, ha messo nero su bianco la Commissione.
Guardandosi allo specchio, Bruxelles ha preso atto anche delle proprie carenze e ha proposto diverse novità. Innanzitutto, “nel 2021 verra’ lanciata una nuova versione perfezionata del sistema europeo di raccolta di informazioni sulle pandemie” per mettere assieme i dati a disposizione a livello globale.
Un capo epidemiologo entro la fine dell’anno
“Pareri scientifici più chiari e coordinati agevolerebbero le decisioni politiche e la comunicazione al pubblico”, ha ammesso l’esecutivo europeo proprio mentre in Italia si fanno ancora i conti con le ambiguità sul vaccino AstraZeneca. Per questo motivo, entro la fine dell’anno, verranno nominati “un epidemiologo capo europeo e una corrispondente struttura di governance“.
Verso l’Unione Sanitaria Europea.
Bruxelles si è impegnata anche all’adozione di “una relazione annuale sullo stato di preparazione” e all’istituzione di “un quadro per l’attivazione dello stato di emergenza pandemico”. L’Ue ha confermato anche di volere andare avanti verso la cosiddetta “Unione sanitaria europea”, per la quale sarà forse necessario mettere mano ai Trattati.
“Entro l’inizio del 2022 – ha promesso ancora la Commissione – dovrebbe essere operativa un’Autorità dell’Ue per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie” da accompagnare con “una piattaforma Ue per le sperimentazioni cliniche multicentriche“. Investire sulla “resilienza complessiva dei sistemi di assistenza sanitaria”, sui “partenariati per la preparazione alle pandemie” e sulla lotta alla disinformazione e alle fake news rappresentano gli altri capisaldi del piano presentato alla stampa. AGI.IT