Primarie Pd Torino: a sentire il ‘padre’ delle primarie, Arturo Parisi, il crollo dell’affluenza a Torino – e i timori per un rischio analogo a Bologna e Roma – non è imputabile al tramonto di uno strumento di partecipazione come quello dei gazebo. Le ragioni vanno cercate altrove. “Non sono le primarie di Torino – dice il professore ulivista all’Adnkronos – ad appesantire il mio sconcerto di fronte alla fine che la dirigenza Pd sta facendo fare allo strumento che continua a ricondurre con esibito orgoglio al Dna del partito”.
Parisi, quale è la sua valutazione sulla scarsa affluenza alle primarie torinesi?
“Da lontano, e da elettore Pd, posso solo dirle che di fronte all’alternativa tra il dare seguito alla spinta della dirigenza romana che invitava ad un voto a favore di un accordo organico con i i 5S, e la spinta della dirigenza locale che sosteneva il candidato più ostile a questo incontro, mi sarei sentito anch’io disorientato. Tanto disorientato da preferire di non votare del tutto. Nonostante la possibilità di ragionarci con tutta calma per i due giorni di voto, e la possibilità di votare online”.
Primarie Pd Torino: 12mila partecipanti
“Concordo tuttavia con Fassino che, di fronte all’indiscutibile crollo della partecipazione, ricorda come, per quanto pochi siano stati i votanti, le dodicimila persone che si sono recate ai seggi sono di gran lunga superiori a quelle che qualsiasi partito riesce a coinvolgere in una decisione in persona, per non parlare, aggiungo io, di quelle finora coinvolte sulla piattaforma Rousseau dai cultori per eccellenza della democrazia diretta”, sottolinea Parisi.
Parisi preferisce non entrare nel merito delle primarie di domenica prossima a Bologna e Roma, ma osserva: “A differenza delle elezioni di Bologna che si annunciano contese anche se non altrettanto contendibili, e di quelle di Roma che si prospettano né contendibili e neppure contese, resta che le primarie di Torino lasciavano comunque uno spiraglio alla libera scelta degli elettori”.
“Uno spiraglio a una scelta sul tema cruciale di questo passaggio politico: spiraglio che i votanti hanno usato per mettere a verbale il loro giudizio nettamente negativo sul bilancio della passata amministrazione dei 5S e il loro No ad una alleanza futura con loro”.
E dunque conclude: “Non sono quindi le primarie di Torino ad appesantire il mio sconcerto di fronte alla fine che la dirigenza Pd sta facendo fare allo strumento che continua a ricondurre con esibito orgoglio al Dna del partito”. adnkronos