Caso Saman, “ma quelle zocc*** femministe di sinistra dove sono?”. Costretta a dimettersi

rossella angiolini

Mattia Cialini per arezzonotizie.it (via dagospia) –  “Mi sono dimessa dalla commissione Pari Opportunità, sono uno spirito libero e l’uso di una terminologia soft non è nelle mie corde. Ho usato parole incompatibili con un incarico istituzionale”. Dalle frequenze di Radio Effe Rossella Angiolini annuncia le proprie dimissioni dopo le polemiche nate a seguito del suo post facebook, in cui aveva scritto: “Delitto di Saman, ma quelle zoccole femministe di sinistra dove sono?”.

Intervistata dal collega Massimo Pucci, Angiolini ha detto: “La presidente della Provincia Silvia Chiassai non ha chiesto le mie dimissioni, sono io che ho insistito. Non volevo metterla in difficoltà. Era giusto e corretto fare così, lei era dispiaciuta della mia scelta”. Anche se poi in un post di questa mattina, la presidente della Provincia e sindaca di Montevarchi ha scritto: “Le ho chiesto io, responsabilmente, di dare le dimissioni dal ruolo che occupa”.

femministe di sinistra

Il post facebook sulle “zoccole femministe di sinistra”

Tutto è nato da una pubblicazione sul proprio profilo facebook. Rossella Angiolini, avvocata e insegnante che corse nel 2006 per il centrodestra come sindaca di Arezzo in contrapposizione a Giuseppe Fanfani, da un paio di anni ricopre il ruolo di presidente della commissione Pari Opportunità della Provincia di Arezzo, scelta dalla presidente dell’ente Silvia Chiassai.

Nel post si richiama la tragedia di Saman, la ragazza di origine pakistana e residente a Novellara (Reggio Emilia), che è scomparsa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato. Gli inquirenti sospettano che siano stati parenti a ucciderla, proprio per aver rifiutato le nozze imposte. Secondo Angiolini si sarebbero viste poche prese di posizione sul caso nell’alveo politico di sinistra e per lamentarsi della cosa ha usato parole sessiste: “ma quelle zoccole di femministe di sinistra dove sono?”. Proprio lei che era, fino a quel momento, presidente della commissione Pari Opportunità. Il post ha raccolto peraltro numerosi commenti di sostegno, ma parallelamente è sorta l’indignazione e la conseguente richiesta di dimissioni.

La bufera social

Sul caso, in breve esondato dall’ambito provinciale, è intervenuta ieri anche la giornalista Selvaggia Lucarelli, riportando il post originale ha scritto: “Rossella Angiolini, presidente della commissione per le pari opportunità della Provincia di Arezzo, avvocata, candidata sindaca di Arezzo nel 2006 per il centrodestra. Anche duchessa, a quanto pare”.

Tra le prime dichiarazioni di denuncia quella del segretario della federazione del Pd di Arezzo Francesco Ruscelli: “Mi chiedo se questo linguaggio, gravemente sessista, possa essere utilizzato dalla presidente della commissione provinciale pari opportunità e soprattutto se una persona che utilizza questo linguaggio possa continuare a rivestire quel ruolo”.

A stretto giro di posta è arrivata la presa di posizione di Silvia Russo, segretaria Cisl di Arezzo: “Sono consigliera di parità da 4 anni e segretaria generale della Cisl di Arezzo. Non posso essere annoverata come femminista di sinistra, né come femminista di destra.

Sono fortemente ‘femminilista’, schieratissima contro ogni forma di violenza sulle donne, che purtroppo non ha pregiudizi politici di nessun colore. Stasera però mi sento più triste perché la presidente provinciale del comitato pari opportunità certi epiteti non può permetterseli. Mai! #Siamotuttezoccole“.

E anche la sindaca di Talla Eleonora Ducci è intervenuta: “Da consigliera provinciale e componente della commissione non posso che chiedere le dimissioni di Rossella Angiolini o la sua rimozione da parte della residente della Provincia che l’ha nominata in questo importante ruolo. Il fatto è intollerabile. Provvederò domani stesso a inviare una lettera a Chiassai”.

pakistana scomparsa Saman Habbas matrimonio combinato

Mugnai (Cgil): “Sdoganato il sessismo. Ora si potrà dare della zoccola?”

C’è poi il commento di Alessandro Mugnai, segretario Cgil: “Avvocata, insegnante, presidente della Commissione pari opportunità. Non una qualsiasi militante di destra. Non una qualsiasi leonessa della tastiera. E’ una donna che può aprire strade e sdoganare linguaggi e comportanti. Perché un giovane non potrà dare della zoccola ad una coetanea visto che questa parola viene usata dalla presidente della Commissione pari opportunità? Perché uno studente non potrà definire zoccola un’insegnante che gli ha dato un brutto voto, visto che un’insegnante ha pubblicamente usato questa parola? E non mi permetto di entrare nei riflessi penali che può avere il dare della zoccola ad una donna che ha un pensiero divergente dal suo”.

Quindi l’appello alla presidente della Provincia, Silvia Chiassai: “Se condivide quanto detto da Angiolini, la tenga al suo posto e condivida con lei tutte le responsabilità. In caso contrario, le revochi il mandato. A lei la scelta. Infine un’ammissione personale di angoscia: tutto questo nasce in seguito all’omicidio di una giovane donna che voleva semplicemente vivere libera. Forse chi l’ha uccisa, nella sua mente ha usato la stessa parola di cui parliamo oggi rivolgendosi alla vittima. Dovremmo pensare a Saman e alle ragazze come lei ma stiamo facendo altro. Strano e preoccupante paese, il nostro”.

La formale richiesta di dimissioni

Una slavina, tanto che ieri sera la conferenza provinciale delle donne democratiche ha inviato alla presidente della Provincia di Arezzo, Silvia Chiassai Martini, una lettera con la quale veniva chiesta la revoca dell’incarico a Rossella Angiolini.

“Abbiamo letto le sue parole nel post che ha pubblicato su Fb – hanno scritto Donella Mattesini e Alessandra Nocciolini – parole di una violenza inaudita, non solo scritte nel post, ma ribadite dalla stessa Angiolini nelle risposte al post stesso, altrettanto violente, che sono rivolte alle “zoccole femmiste di sinistra” come ci ha definito, ma che in realtà offendono tutte le donne e disegnano una deriva pericolosa in cui la libertà di pensiero lascia il posto all’arroganza, al buio dell’inciviltà e della becera strumentalizzazione politica.

Per non parlare del livello degli oltre 240 commenti sottostanti, che usano lo stesso livello di violenza e sessismo. Ci domandiamo come può la Presidente di una Commissione provinciale per le pari opportunità svolgere tale ruolo essendo essa stessa protagonista di linguaggi e contenuti discriminatori e sessisti. Come può una avvocata che dovrebbe osservare dignità, decoro per salvaguardare l’immagine della professione forense, scrivere un post così? Come può una insegnante svolgere un ruolo educativo quando scrive frasi così violente?

saman abbas ragazza pakistana

Come può una persona “usare” la tragedia di Saman per puri scopi politici? Una politica becera, violenta che uccide Saman una altra volta. Una politica che non si ferma neanche di fronte al dolore della morte di una ragazza che voleva scegliere la propria vita. Una caduta di stile? No, questo è il vero volto di una certa destra, non di tutta. È per questo che ci aspettiamo prese di distanza dalle parole di Angiolini e anche la remissione del suo incarico”.

Azione rincara la dose

Nella notte, anche Azione Arezzo è intervenuta con un comunicato parlando di violenza verbale “inaudita”. “Non ha alcun senso – si legge nella nota inviata alla stampa – avallare un messaggio politico apparentemente a tutela di una donna, Saman, attraverso l’uso di stereotipi femminili ad alto contenuto denigratorio contro altre donne. La comunicazione politica finalizzata alla contestazione della cultura dell’accoglienza e della gestione dell’immigrazione, come quella espressa attraverso il post, ha quale fine quello di consolidare una politica di odio e di scontro.

A fronte del gravissimo messaggio relativo ad un contesto femminile dove si mettono a contrasto per scopi di propaganda elettorale donne vittime di violenza con donne che hanno sempre lottato per contrastare questa violenza, Arezzo in Azione chiede che Rossella Angiolini di dimetta immediatamente dal suo ruolo pubblico di presidente della commissione pari opportunità della Provincia di Arezzo e che tale esito, difettando l’iniziativa personale della Angiolini, sia comunque immediatamente preteso dalla presidente della Provincia che l’ha nominata Silvia Chiassai Martini”.

L’annuncio del passo indietro

E stamani, infine, è arrivato il passo indietro di Rossella Angiolini. “Le dirò che io sono molto dispiaciuta di essermi fatta prendere dalla rabbia – ha detto a Massimo Pucci su Radio Effe – chiedo scusa a tutte le donne che si sono sentite offese, è montata la rabbia per un omicidio per cui non ho visto alcuna manifestazione, rispetto a quelle per il Ddl Zan o quelle fatte in ginocchio nei mesi scorsi”.

Il riferimento è alle manifestazioni a seguito della morte di George Floyd in America. “La stampa ha avuto una grande attenzione, ma non chiedo scusa alle femministe di sinistra. Per Saman ci sono state prese di posizione molto fredde e molto contenute a sinistra. Sollevazione popolare non c’è stata”.

Chiassai: “Ho chiesto ad Angiolini di dare le dimissioni”

Questa mattina è arrivato un lungo post facebook di Silvia Chiassai Martini sull’episodio, pubblicato sul suo profilo istituzionale di sindaco di Montevarchi. E ha parlato in qualità di presidente della Provincia spiegando che “il comportamento” di Rossella Angiolini nella circostanza è “inaccettabile ed è per questo motivo che le ho chiesto responsabilmente di dare le dimissioni dal ruolo che occupa”.

Si tratta però della conclusione di un lungo intervento, che dedica poche righe alla questione del linguaggio sessista, per concentrarsi sul delitto Saman, ribadendo, in sostanza, quanto detto da Angiolini, con altre parole. “Non ho sentito nessuno in questi giorni indignarsi per Saman, una ragazza 18enne pakistana sparita nel nulla da oltre un mese, sulla cui scomparsa gli inquirenti sono ormai certi che si tratti di omicidio premeditato.

Una giovane donna, vittima della sua famiglia, dell’integralismo, della assenza di libertà, di matrimoni combinati. Una vicenda raccapricciante di una ragazza sola contro una cultura che considera le donne come merce di scambio senza dignità. Una cultura che può arrivare perfino ad uccidere se non si rispettano quelle regole, con l’incapacità di integrarsi. Il silenzio su questa vicenda da parte della politica è stato evidente perché non possono esserci casi dove indignarsi e altri dove indignarsi di meno per non dare ‘ragione’ a chi sostiene la necessità di condannare e di non tollerare ‘culture’ della violenza”.

E poi la chiosa: “Su Rossella Angiolini – ha concluso Chiassai – il linguaggio da lei utilizzato è inaccettabile, ma non ho sentito nessuno di quelli che oggi pubblicamente si indignano, indignarsi per Saman che resta una vittima. Non ci si può indignare ad orologeria. Sulle offese a Giorgia Meloni la politica non si è espressa a sostegno, anzi, oggi invece vedo attivarsi e tornare a parlare contro Angiolini, il cui comportamento resta inaccettabile ed è per questo motivo che le ho chiesto responsabilmente di dare le dimissioni dal ruolo che occupa”.

Successivamente, attraverso una nota stampa diffusa dalla Provincia, Chiassai ha aggiunto: “Mi preme anche precisare che appena diventata presidente della Provincia ho voluto fortemente ricostituire la commissione Pari Opportunità che per anni era stata soppressa, tanta era l’attenzione dei miei predecessori verso le donne”. Infine l’epilogo, come spiegato dalla Provincia: “Le dimissioni da parte di Rosella Angiolini dall’incarico di presidente della commissione Pari Opportunità sono già pervenute questa mattina alla presidente della Provincia Silvia Chiassai Martini”.

La condanna delle Acli

In giornata si è aggiunto il commento delle Acli di Arezzo: “Il linguaggio istituzionale deve ritrovare dignità ed etica: questa urgenza è evidenziata dalle Acli provinciali di Arezzo in seguito all’agghiacciante dichiarazione di Rossella Angiolini relativa al delitto di Saman.

L’associazione, preso atto delle dimissioni della stessa Angiolini dal proprio ruolo alla guida della Commissione Pari Opportunità, da tempo evidenzia il degrado della comunicazione da parte di soggetti con ruoli politici e istituzionali aggravato ancor di più dall’utilizzo dei social network su cui spesso i pensieri vengono condivisi senza filtro.

La dimostrazione più recente e più grave arriva proprio dal linguaggio e dai concetti espressi sul caso Saman da parte dell’avvocato Angiolini che sono caratterizzati da sessismo e che risultano fortemente lesivi della dignità delle donne, con messaggi diametralmente opposti a quello che dovrebbe essere lo scopo della commissione Pari Opportunità di rimozione di comportamenti discriminatori e sessisti. Le Acli ribadiscono la necessità delle istituzioni di ogni grado (politiche, sociali, sindacali ed economiche) di tornare ad essere un punto di riferimento anche etico e morale del territorio a partire dalla comunicazione, acquisendo credibilità e recuperando il ruolo di esempio per le giovani generazioni”.