Un piano contro la disinformazione e le fake news, in vista delle prossime elezioni presidenziali in Francia. A prepararlo per Lrem, La République En Marche, il partito del presidente francese Emmanuel Macron, è un quartetto di esponenti del partito, tra cui l’eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi, italiano ma eletto in Francia. L’informazione, notano i dirigenti di Lrem, è “diventata un’arma in una vera guerra di condizionamento e di destabilizzazione”. E in questa lotta, “il vantaggio va nettamente a chi distribuisce disinformazione, poiché le notizie false si propagano su Twitter sei volte più rapidamente rispetto a quelle vere”. Secondo un sondaggio Viavoice del mese scorso, “il 63% dei francesi si dichiara preoccupato per il rischio di interventi stranieri nella nostra democrazia”.
Non sono preoccupazioni infondate, dato che, osservano gli autori del piano, “alcuni Paesi spenderebbero fino a 1 mld di euro per manipolare l’informazione”. Questi interventi nello spazio digitale, “orchestrate da potenze straniere e con dei sostegni in Francia, cercano di favorire o sfavorire determinati candidati e di destabilizzare la nostra democrazia”.
Lotta alle fake news “per preservare le elezioni presidenziali”
Bisogna dunque “agire fin d’ora” per “preservare le elezioni presidenziali e gli scrutini che seguiranno”. Gli esponenti di Lrem formulano quindi sedici raccomandazioni per “riattrezzare la nostra democrazia e rafforzare la fiducia tra cittadini e formazioni politiche”, alla vigilia di “attacchi dall’estero che, lo sappiamo, sono inevitabili”.
Pertanto, come prima cosa occorrerebbe creare un “faro delle fake news”, una piattaforma sulla quale i cittadini possano segnalare le notizie false, nonché rendere obbligatoria l’identificazione dei ‘deepfake’, video contraffatti indistinguibili ad occhio nudo da quelli autentici, con un “marchio visibile”.
Inoltre, bisogna “chiedere alle piattaforme di mettere in campo misure di attenuazione e di limitazioni della viralità di contenuti dannosi” condurre una “valutazione” della legge Fake news del 2018 “in vista delle prossime elezioni” stilare una “lista nera” dei siti che diffondono “informazioni false”, per assicurare la “trasparenza” del loro finanziamento tramite la pubblicità.
In periodo elettorale occorrerebbe poi “spezzare” il circolo vizioso creato dagli algoritmi, che tendono a proporre agli utenti “continuamente lo stesso genere di contenuti e di idee”, in modo da assicurare agli utenti il “pluralismo” dei contenuti. Sarebbe opportuno anche “regolare” la campagna elettorale fatta sui social network, nonché “incoraggiare le piattaforme a privilegiare fonti d’informazione affidabili”.
Viene anche raccomandato di “sensibilizzare” meglio le persone ai “rischi del digitale”, rendendo generalizzati in Francia strumenti oggi facoltativi come il ‘permis Internet’, un programma di prevenzione che sensibilizza e attrezza i minori ad affrontare la Rete con la consapevolezza dei rischi. Sarebbe opportuno, inoltre, “assicurare una formazione sui rischi digitali a chiunque ne faccia richiesta”.
Si consiglia poi di comunicare, mediante “messaggi di prevenzione”, sia sui social e che in televisione. A livello europeo, andrebbe creato un meccanismo di “mutuo sostegno” tra gli Stati membri in caso di attacco informatico, mediante un fondo europeo dedicato, un corpo europeo di Polizia informatica e una struttura europea contro gli attacchi informatici.
La “risposta collettiva” agli attacchi informatici andrebbe poi organizzata “a livello europeo”, sottolineano i deputati. Viene raccomandato inoltre di impedire, con una legge Ue, i finanziamenti dei partiti politici “da parte di potenze straniere”, oppure di obbligare i partiti a segnalare quando vengono avvicinati da una potenza straniera allo scopo di fornire “assistenza” elettorale.
Occorrerebbe anche vietare le donazioni in criptovalute, che rendono impossibile il tracciamento dei soldi. Bisognerebbe poi fare appello ai partiti francesi affinché si “premuniscano e si impegnino contro le ingerenze e le manipolazioni delle informazioni”. Infine, Lrem dovrebbe promuovere una “conferenza internazionale di mobilitazione” su questi temi dei partiti progressisti, al fine di “scambiarsi buone pratiche” e favorire “un’azione comune” contro queste “nuove minacce”. adnkronos