Il blocco dei licenziamenti in Italia “non è stato efficace” e “potrebbe anche rivelarsi controproducente” se in vigore “per più a lungo”, perché “ostacola il necessario aggiustamento della forza lavoro”. Lo scrive la Commissione Ue nel documento tecnico annesso alle raccomandazioni pubblicate ieri.
“L’Italia è il solo Stato che ha introdotto il bando”, che beneficia soprattutto “chi ha contratti a tempo indeterminato, a detrimento dei temporanei o stagionali”. Inoltre, il confronto con Stati che non lo hanno indica che “non è stato particolarmente efficace”, anzi, è “superfluo visto l’uso esteso di schemi di mantenimento del lavoro”.
Blocco dei licenziamenti controproducente
“Politiche come il blocco dei licenziamenti tendono ad influenzare la composizione, ma non la portata dell’aggiustamento del mercato del lavoro. L’Italia è l’unico Stato membro che ha introdotto un divieto universale di licenziamenti all’inizio della crisi Covid-19”, scrive la Commissione. Bruxelles spiega anche che, rispetto ad altri Paesi che non hanno introdotto tale misura, l’Italia non ha migliorato la sua situazione.
“L’elasticità media dell’occupazione nell’Ue, che misura la reattività del lavoro ai cambiamenti dell’attività economica, è stata di 0,25 nel 2020, rispetto a un elasticità di 0,24 per l’Italia. Per alcuni Paesi con un livello simile di schemi di sostegno al lavoro, in particolare Germania e Francia, l’elasticità occupazionale è ancora più bassa, ovvero sono riusciti a contenere l’impatto sul mercato del lavoro senza ricorrere a misure restrittive come il divieto assoluto di licenziamento”.
Per Bruxelles quindi “il divieto di licenziamento potrebbe persino rivelarsi controproducente, più a lungo è in vigore, poiché ostacola il necessario adeguamento della forza lavoro a livello aziendale”. ansa europa