02 giugno 2021 “La notizia dell’emissione di una fatwa da parte dell’UCOII contro i matrimoni combinati è a dir poco scioccante. Nel 2021, in Italia, culla della civiltà e del diritto, un atto del genere è inammissibile. Pertanto, va respinto con forza il tentativo d’imporre in modo subdolo una prassi del tutto estranea e contraria all’ordinamento giuridico.
La terribile storia di Saman Abbas, la ragazza pakistana scomparsa dopo essersi ribellata al matrimonio combinato imposto dalla famiglia, non deve rappresentare l’occasione per l’UCOII di portare in Occidente le regole di un modello di vita che non ci appartiene. Ai promotori della fatwa rispondiamo invece che il fenomeno dei matrimoni forzati deve essere affrontato con altri metodi, quali quelli dell’integrazione, della convivenza civile, del rispetto delle leggi.
Un Paese democratico non può accettare che al suo interno esistano zone franche o comunità che si autodeterminano in base a regole contrarie alla Costituzione e ad una visione laica dello Stato. Intervengano le istituzioni, la politica, i movimenti e le associazioni, per dire ‘no’ alla fatwa dell’UCOII, in modo che non diventi un precedente pericoloso e inaccettabile per l’Italia”. A dichiararlo è Souad Sbai, già parlamentare Pdl e presidente del Centro Studi Averroè.