Sono circa ventimila i medici, gli infermieri, i fisioterapisti, tecnici, psicologi, veterinari, operatori sanitari della sanità pubblica e privata e liberi professionisti, odontoiatri che non sono vaccinati in Piemonte. Un numero molto alto ma che include tutto il mondo sanitario regionale e che dovrà ora essere messo alla prova dell’ultima chiamata prima delle sospensioni. Questo il dato emerso dalle verifiche incrociate e presentato dal responsabile dell’area- giuridica Antonio Rinaudo durante la riunione ancora in corso. Non si tratta dunque di una cifra che restituisce un quadro dettagliato del fenomeno No Vax negli ospedali e nelle strutture per anziani, i luoghi che preoccupano maggiormente per il rischio di contagio, ma esteso a tutte le realtà.
Come scrive La Repubblica.it, ora le aziende, a cui sono stati consegnati gli elenchi degli operatori sanitari non vaccinati, dovranno, una volta ricevuto il dato incrociato dei nomi, convocare i lavoratori e il medico competente interno dovrà fare opera di convincimento e poi passare al bilancio definitivo per chiarire quanti sono gli irriducibili del vaccino e quanti invece, di fronte a un ultimo appello, si decideranno a farsi vaccinare.
Partiranno gli inviti agli operatori sanitari
“Ciascuna Asl deve far partire le lettere di invito al personale che deve spiegare per quali motivi non si sia sottoposto alla vaccinazione”, spiegava ieri il coordinatore del piano vaccinale. Un ultimo passaggio nel tentativo di convincere chi è restio, chiarendo le conseguenze di un rifiuto definitivo: la perdita dello stipendio e nel migliore dei casi un demansionamento.
Per i liberi professionisti, che probabilmente in questa lista potrebbero rappresentare la maggioranza, dovrà intervenire l’Ordine professionale, quello dei medici e odontoiatri, il Collegio infermieri eccetera. Sono loro a dover provvedere alla sospensione dalla professione, sempre fino a fine anno come prevede la legge.