Una quarantina d’anni, di nazionalità francese, Ndiaga Dieye era già noto all’intelligence francese per disturbi psichiatrici e radicalizzazione tanto che il suo nome figurava nella banca dati dell’amministrazione sugli islamisti suscettibili di commettere attacchi sul territorio nazionale.
E l’attacco è arrivato ai danni di una poliziotta accoltellata a La Chapelle-sur-Erdre, pochi chilometri a nord di Nantes.
Dopo aver accoltellato l’agente, ora ricoverata in gravi condizioni ma non in pericolo di vita, l’uomo si era impossessato della sua pistola ed era fuggito. È stato rintracciato dopo una ricerca durata tre ore e arrestato al termine di una sparatoria che ha portato al ferimento di tre gendarmi.
L’aggressore è deceduto in seguito alle ferite riportate nello scontro a fuoco.
Poliziotta accoltellata, il commento del ministro
Gérald Darmanin, ministro dell’Interno francese, elogia l’operato dei gendarmi: “Ovviamente, l’aggressore voleva attaccare i gendarmi e si è nascosto. Ripeto: i gendarmi sono stati estremamente efficienti nell’individuarlo, e lui li ha attaccati sparando contro di loro che hanno risposto al fuoco“.
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Non c’è pace per la Polizia francese. All’inizio di questo mese, il 5 maggio scorso, l’ufficiale Eric Masson è stato ucciso durante un intervento in un punto di traffico di stupefacenti nel centro di Avignone.
Il 23 aprile scorso è stata la volta di Stephanie Monferme, la poliziotta accoltellata nella città di Rambouillet, fuori Parigi, nell’ultimo attacco jihadista in Francia. (euronews)
Nel 2015, Ndiaga Dieye, condannato 17 volte per vari reati, era stato condannato a 8 anni di carcere per aver brutalizzato una coppia di anziani. Era libero.