Il 20 maggio è stato pubblicato su Oxford Academy un interessante lavoro “Circulating SARS-CoV-2 Vaccine Antigen Detected in the Plasma of mRNA-1273 Vaccine Recipients” di AF Ogata et al. Clinical Infectious Diseases, ciab465, https://doi.org/10.1093/cid/ciab465
Per la prima volta sono state misurate le proteine spike e le loro subunità (S1, quella che si lega al recettore ACE2) dopo la vaccinazione mRNA-1273 (Moderna). Da ricordare che i livelli di S1 sono correlati alla gravità della malattia anche nella COVID-19. Lo studio è stata tradotto e pubblicato su Telegram dal prof. Paolo Bellavite.
Le proteine SARS-CoV-2 indotte dal mRNA iniettato con la vaccinazione sono state misurate in campioni di plasma raccolti da 13 volontari che hanno ricevuto due dosi di vaccino mRNA-1273. 11 partecipanti su 13 hanno mostrato livelli rilevabili di proteina SARS-CoV-2 già dal primo giorno dopo la prima iniezione di vaccino. Poi, man mano che crescevano gli anticorpi IgG, le proteine prodotte dal mRNA venivano eliminate dal plasma, come c’era da aspettarsi. La rilevazione sistemica di spike e proteine S1 indotte dal vaccino mRNA-1273 non era stata ancora descritta in nessuno studio sul vaccino, probabilmente a causa di limitazioni nella sensibilità del saggio.
L’antigene S1 è stato rilevato già dal primo giorno dopo la vaccinazione e i livelli di picco sono stati rilevati in media cinque giorni dopo la prima iniezione. I volontari hanno ricevuto l’iniezione di mRNA-1273 nei giorni 1 e 28, dove i punti di dati del cerchio e del triangolo rappresentano i livelli di antigene dopo la prima e la seconda iniezione, rispettivamente. Nella figura riportata, a sinistra le barre rappresentano la concentrazione media delle proteine prodotte dal mRNA in quel giorno e a destra rappresentano il livello di anticorpi. Si nota che la proteina si rileva soprattutto dopo la prima dose mentre dopo la seconda non si rileva, probabilmente perché è presto catturata dagli anticorpi già presenti.
I livelli massimi di S1 erano 68 pg/mL ±21 pg / mL, corrispondenti a circa 500.000.000.000 (cinquecento miliardi) di molecole di proteine specifiche in un centimetro cubo di plasma. Dopo qualche giorno dalla iniezione del mRNA, la proteina S1 in tutti i partecipanti è diminuita ed è diventata immisurable entro il giorno 14 (notare però che questo non significa che sia assente, significa solo che è sotto il limite di misura). Gli autori ipotizzano che le risposte immunitarie cellulari innescate dall’attivazione delle cellule T, che si verificano giorni dopo la vaccinazione, portino all’uccisione diretta delle cellule che presentano proteine spike e un ulteriore rilascio di spike nel flusso sanguigno.
Gli autori affermano che “la rilevanza clinica di questa scoperta non è nota e dovrebbe essere ulteriormente esplorata”. Essa rappresenta comunque la prova del fatto che le proteine spike non si fermano solo nel luogo di iniezione o nel sistema immunitario, ma viaggiano in tutto il corpo.
Gli effetti avversi dei vaccini possono dipendere quindi da diverse possibilità:
a) un effetto patogeno diretto della proteina spike (o sue componenti) sulle cellule che hanno i recettori specifici ACE2, effetto probabilmente prevalente dopo la prima dose,
b) un effetto dovuto alla distruzione delle cellule che producono le spike da parte dei linfociti T reattivi contro la stessa proteina che sia espressa sulla membrana cellulare,
c) una reazione infiammatoria dovuta a immunocomplessi, effetto probabilmente prevalente dopo la seconda dose,
d) una reazione autoimmunitaria degli anticorpi diretti verso la spike che però intercettano anche antigeni «simili» presenti sulle cellule umane normali (mimetismo molecolare).