Sempre più drammatica la situazione in India dove, oltre alla seconda ondata di coronavirus che continua ad infuriare, tra i pazienti affetti da Covid-19 è stato rilevato il cosiddetto ‘fungo nero’. La mucormicosi, causata dall’esposizione a un gruppo di muffe chiamate mucormiceti, è contraddistinta da un alto tasso di mortalità e dal rischio di provocare mutilazioni ai pazienti sopravvissuti. Questa è un’altra sfida per il paese, ha detto oggi il primo ministro Narendra Modi.
Al momento, sono stati confermati circa 5000 casi identificati tra i pazienti con Covid-19 in tutto il paese, ma la cifra potrebbe essere molto più alta, visto che solo pochi governi statali hanno segnalato casi alle autorità sanitarie. Lo stato del Maharashtra ha registrato 1500 casi di mucormicosi e 90 decessi, mentre altri casi sono stati segnalati a Nuova Delhi, Karnataka, Haryana, e negli stati del Madhya Pradesh e del Rajasthan. Il ministero della Salute federale ha quindi esortato gli stati a dichiarare la malattia un’epidemia ai sensi della legge, rendendo obbligatorio per gli ospedali riportare i casi alle autorità federali.
Gli esperti affermano che la malattia, nota come “fungo nero” perché spesso accompagnata da un annerimento delle aree intorno al naso, è comune tra i pazienti affetti da diabete ed è legata a un uso non regolamentato di steroidi – la cui efficacia è stata dimostrata anche come trattamento salvavita per il Covid-19.
L’abuso di droghe legali è dilagante in India, dove la maggior parte dei farmaci, inclusi gli steroidi, sono disponibili nelle farmacie senza bisogno di particolari ricette.
L’India è il secondo paese più colpito al mondo dalla pandemia, e nelle ultime 24h ha segnalato 259.551 nuove infezioni e 4209 decessi legati al coronavirus. adnkronos