Carola Rackete non andrà a processo per resistenza a pubblico ufficiale e violenza contro una nave da guerra perché quando, nel giugno del 2019, ha forzato, al comando della nave Sea Watch con a bordo 42 profughi che erano stati soccorsi 17 giorni prima, l’ingresso al porto di Lampedusa, speronando una motovedetta della Guardia di Finanza, “ha adempiuto al dovere di soccorso in mare”. Non solo.
La sua posizione è stata archiviata perché la motovedetta della Guardia di Finanza “non era una nave da guerra” come, invece, prevede il reato inserito all’articolo 1.100 del Codice della Navigazione. Eccolo, nero su bianco, come apprende l’Adnkronos, il motivo per quale la comandante tedesca, che nel giugno di due anni venne arrestata e poi scarcerata, non andrà alla sbarra.
Si può speronare la Gdf in mare: Gip salva la Rackete
“Ci siamo adeguati alle indicazioni della Corte di Cassazione che aveva confermato l’annullamento dell’arresto. Pur avendo qualche perplessità sul bilanciamento dei beni giuridici in gioco”. Lo ha detto all’Adnkronos il Procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio, commentando la decisione della gip di Agrigento Alessandra Vella di archiviare l’indagine di Carola Rackete, la comandante della Sea Watch accusata di resistenza dopo avere forzato un blocco navale nel giugno del 2019. La Procura ha chiesto l’archiviazione per Rackete, che la gip ha accolto. ADNKRONOS