Corte europea: “L’Italia spieghi la condanna a Berlusconi”

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di Luca Sablone – A otto anni dalla sentenza della Cassazione che rese definitiva la condanna per frode fiscale che costò a Silvio Berlusconi la decadenza dalla carica di senatore, arriva la svolta della Corte europea dei diritti dell’uomo. Al governo italiano sono state rivolte 10 domande alle quali si attende risposta entro il prossimo 15 settembre. “Il ricorrente signor Silvio Berlusconi ha beneficiato di una procedura dinanzi a un tribunale indipendente, imparziale e costituito per legge? Ha avuto diritto a un processo equo? Ha disposto del tempo necessario alla preparazione della sua difesa?”, sono alcuni degli interrogativi posti nei confronti del nostro Paese.

l’esecutivo italiano dovrà rispondere in maniera scritta

Dunque i giudici hanno stabilito che l’esecutivo italiano dovrà rispondere in maniera scritta ai quesiti presentati. Ad esempio la Corte chiede se l’azione per la quale il Cav è stato condannato “costituiva reato secondo il diritto nazionale al momento in cui è stata commessa”. Ma anche se si è visto infliggere “una pena più grave rispetto a quella applicabile al momento in cui la violazione è stata commessa, in ragione della mancata applicazione delle circostanze attenuanti”. Tra le altre domande, riferisce il Corriere della Sera, si vuole far luce anche sul fatto che il ricorrente sia stato o meno “processato due volte per la stessa offesa sul territorio dello Stato”.

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La risposta dell’Italia potrebbe essere “no”, considerando i magistrati che hanno emesso le sentenze e svolto accertamenti successivi (come l’archiviazione dell’indagine sulle ipotetiche irregolarità nell’assegnazione della causa alla sezione feriale della Cassazione). Alle osservazioni del governo italiano replicheranno poi i difensori di Berlusconi, in un contraddittorio scritto che infine porterà al verdetto finale i cui tempi risultano essere del tutto imprevedibili.

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La mossa degli avvocati

Il fronte degli avvocati – composto da Andrea Saccucci, Franco Coppi, Niccolò Ghedini, Bruno Nascimbene, Keir Starmer e Steven Powles – ha presentato alla Corte la ricostruzione dei fatti per ripercorrere la vicenda giudiziaria culminata con la conferma della Cassazione dopo la dichiarazione di colpevolezza del Cav da parte del tribunale e della Corte d’appello di Milano nel 2012 e nel 2013.

La cronologia è però corredata da diverse presunte violazioni dei diritti della difesa: si denunciano ad esempio i mancati riconoscimenti del legittimo impedimento di Berlusconi a partecipare a cinque udienze, il rigetto dell’istanza di trasferimento del processo ad altra sede e il drastico taglio dei testimoni richiesti dalla difesa. Gli avvocati hanno proseguito la loro battaglia a Strasburgo poiché ritengono che siano stati lesi alcuni principi sanciti dalla Convenzione europea sui diritti dell’uomo.

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