Congo: operatori umanitari accusati di abusi sessuali, anche un dipendente Oms

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(da www.africarivista.it) – Più di 20 donne dicono di essere state abusate sessualmente da operatori umanitari durante l’epidemia di Ebola dell’anno scorso nell’est della Repubblica Democratica del Congo. Le informazioni sono state rivelate in un nuovo rapporto della Thomson Reuters Foundation e dell’agenzia di stampa The New Humanitarian.

Stando a quando si legge nel documento, le donne hanno detto di aver ricevuto offerte di lavoro in cambio di sesso con uomini che sostenevano di lavorare per gruppi di aiuto internazionale, comprese le Nazioni Unite. Un totale di sette organizzazioni sono state nominate, tra le quali l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che, si apprende dal report, si è detta “impegnata a intraprendere azioni rapide e robuste, compresa la collaborazione con le autorità nazionali competenti per i procedimenti penali, in tutti i casi in cui il personale dell’Oms può essere ritenuto colpevole di aver perpetrato [sfruttamento e abuso sessuale]”.

Violentate da operatori umanitari

Una delle donne intervistate – riferisce il rapporto – ha detto di aver partecipato a quello che pensava fosse un colloquio di lavoro con un uomo camerunese che diceva di lavorare per l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dopo averla violentata, l’uomo le ha offerto un lavoro come donna delle pulizie.

Il nuovo report della Thomson Reuters Foundation e dell’agenzia di stampa The New Humanitarian, che segue quello già reso noto sul tema lo scorso anno, è stato redatto basandosi anche sulle interviste fatte da un team di reporter a Butembo, città della Repubblica Democratica del Congo, situata nella Provincia del Nord- Kivu. Sono state condotte più di 40 interviste con 22 donne, operatori umanitari, personale degli hotel e altri che hanno lavorato nella risposta all’Ebola per un periodo di cinque mesi. Un totale di 23 donne sono state coinvolte, compresa una madre che è morta per un aborto.

La maggior parte delle donne sono state assunte come addette alle pulizie nei centri di trattamento dell’Ebola, si evince dal documento, dove disinfettavano i vestiti e le lenzuola per i malati e per i soccorritori. Altre andavano nei villaggi dove bruciavano gli effetti personali delle vittime di Ebola o lavoravano in campagne di sensibilizzazione.

Sono stati ricostruiti i nomi completi per nove uomini e i nomi parziali per sette. Quattro degli uomini sono stati ritenuti operatori umanitari stranieri e 18 erano congolesi, la maggior parte dalla capitale, Kinshasa.