“Abbiamo lavorato tanto. Ora molte persone dicono apertamente che i risultati si iniziano a vedere, anche perché quando si rifà un parco o si chiude un cantiere, spesso progettazione e lavori erano iniziati due anni prima”. Lo afferma la sindaca di Roma Virginia Raggi in una intervista alla Stampa nella quale parla della sua ricandidatura al Campidoglio e fa un’autocritica riguardo al caso di Ignazio Marino.
Parlando ai suoi elettori: “Io mi rivolgo a tutti con un progetto trasparente. Credo che esista una grande area di cittadini stanchi di essere etichettati politicamente e tra questi ci sono anche tanti che hanno votato Marino”. La messa in scena con le arance da “donare” all’allora sindaco Marino? “Credo di essere stata ingenerosa per la dichiarazione sulle arance, ma anche nella vicenda degli scontrini. Sono passata per due anni e mezzo attraverso un processo: è finito bene ma sono esperienze da non augurare a nessuno. Con Marino restano diversità di vedute ma il rispetto c’è ed era giusto esprimerlo”, osserva Raggi.
Quanto poi alle indiscrezioni secondo cui Conte avrebbe chiesto a Letta di non fare scendere in campo Zingaretti per la corsa a sindaco di Roma Raggi risponde: “Non sono avvezza ai ricatti politici: non li temo, e di certo non li adopererei mai. Credo sia anche offensivo nei confronti di Conte pensare una cosa del genere”.
Raggi, un sindaco per il bene comune
“Il Movimento – sottolinea Raggi – è una grande forza politica e al suo interno ha diverse sensibilità che però su progetti e progettualità si uniscono, penso che la capitale abbia bisogno di un sindaco che pensi al bene comune e per questo chiederò ai candidati di sottoscrivere un impegno comune a candidare Roma per Expo 2030, un progetto da sottoscrivere entro poche settimane, un progetto per l’Italia: tutti insieme per rilanciare la città. Non voglio che sia un progetto targato Raggi”. ASKANEWS