Letta e Zingaretti, il piano Pd per il “voto a rate”

Letta e Zingaretti

Enrico Letta vuole consentire a Nicola Zingaretti di candidarsi al Campidoglio, “ma senza mollare subito la regione Lazio. Con la conseguenza – in caso di vittoria del governatore – di regnare per altri tre mesi sul Lazio per farci votare per la sola Capitale tra dicembre e gennaio. Sono pazzi. E un’autentica schifezza. Siamo agli affari propri alla faccia delle comunità amministrate. Le istituzioni come pedine su cui giocare destini personali conditi dalla politica.

Uno scandalo etico. E il marchio dell’ignominia se lo spartiscono entrambi, se questa brutta cosa la tentano”, scrive così Francesco Storace sulle colonne del Tempo sull’ultima iniziativa del segretario dem. L’appuntamento elettorale per la regione Lazio del 2023 è troppo lontano per Zingaretti che vuole rimettersi in gioco.

La situazione è descritta bene da Chiara Colosimo, consigliera regionale di Fratelli d’Italia: “Praticamente per Zingaretti la Regione Lazio è meno di un dopolavoro: prima l’ha vinta per candidarsi segretario, poi l’ha tenuta per metterci il Pd a lavorarci dentro (anche nei suoi comuni) poi mollato il nazionale, la tiene per farsi la campagna a Roma”.

Zingaretti terrorizzato

Zingaretti è terrorizzato dall’idea di votare lo stesso giorno. “Se molli la regione per il Campidoglio, fai votare tutto assieme. Ma devi essere serio”, scrive Storace. Ma il Pd in questo lo appoggia. Per esempio Francesco Boccia ha detto: “La legge non vieta di votare dopo”. Infatti appena Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha parlato di vergogna delle elezioni differite, al Nazareno sono insorti con dichiarazioni di fuoco contro di lui. Nel Pd, infatti, l’accordo Meloni-Salvini non è piaciuto.

Molti al Nazareno speravano in una rottura vera nel centrodestra. Invece l’annuncio di Salvini sulla convocazione della coalizione per le candidature “ha contribuito ad alzare la temperatura a sinistra”. Per Storace quelli del Pd incominciano ad aver paura di perdere Regione e di non tornare al Campidoglio e allora le tentano tutte.  www.liberoquotidiano.it

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