Lo scandalo che ancora una volta ha travolto il Csm, dopo tutta la vicenda legata a Luca Palamara, adesso si è ulteriormente ingigantito dopo i recenti fatti. Ieri le Procure di Milano e Perugia, guidate Francesco Greco e Raffaele Cantone, – si legge sul Fatto Quotidiano – hanno comunicato di aver “congiuntamente trasmesso gli atti ” sulla fuga di notizie “alla Procura di Roma con riferimento al luogo di consumazione del reato di rivelazione e utilizzazione di segreti di ufficio”.
Verbali inviati al consigliere del Csm Nino Di Matteo
I verbali secretati sono stati inviati per posta anche al consigliere del Csm Nino Di Matteo che, a sua volta, ne ha denunciato l’esistenza alla Procura di Perugia e ha dichiarato al Csm di temere che la loro circolazione sia legata a un “tentativo di condizionamento”. La Guardia di Finanza, su delega della procura di Roma, nei giorni scorsi ha perquisito Marcella Contrafatto, la funzionaria che fino all’ottobre del 2020 ha lavorato al Csm con Piercamillo Davigo.
Proprio Davigo – prosegue il Fatto – avrebbe avvertito il Quirinale della vicenda, nell’autunno del 2020. Ad informare il presidente Sergio Mattarella sarebbe stato il magistrato, ma non si sa in che modo li abbia ricevuti. Il Fatto è però in grado di rivelare che della loro esistenza, circolazione e delicatezza del loro contenuto, Davigo mise al corrente il Mattarella.
I verbali riguardano gli interrogatori resi da Piero Amara, ex legale esterno dell ’Eni, coinvolto in più indagini che ha già patteggiato una condanna per corruzione in atti giudiziari. Amara ha parlato dell ’esistenza di una loggia massonica, denominata “Ungheria”, di cui farebbero parte magistrati e vertici di istituzioni. affaritaliani.it