“La Francia è in pericolo, non c’è più tempo”. Su iniziativa di Jean-Pierre Fabre-Bernadac, ufficiale di carriera, una ventina di generali, un centinaio di alti ufficiali e più di mille altri soldati hanno firmato un appello per auspicare un ritorno ai valori dell’onore e del dovere da parte della classe politica francese e un intervento immediato verso i conflitti sociali che stanno portando il Paese alla guerra civile.
Signor Presidente,
Signore e signori del governo,
Signore e signori onorevoli,
La situazione è grave, la Francia è in pericolo e insidie mortali la minacciano. Noi che, anche a riposo, rimaniamo soldati di Francia, non possiamo, nelle attuali circostanze, restare indifferenti alle sorti del nostro Paese.
Le nostre bandiere tricolori non sono solo un pezzo di stoffa, simboleggiano la tradizione, attraverso i secoli, di coloro che, qualunque sia il loro colore della pelle o fede, hanno servito la Francia e hanno dato la vita per essa. Su queste bandiere troviamo in lettere d’oro le parole “Onore e Patria”. Tuttavia, il nostro onore oggi sta nel denunciare la disintegrazione della nostra patria.
Disintegrazione che, attraverso un certo antirazzismo, si manifesta con un unico scopo: creare sul nostro suolo astio e persino odio tra le comunità. Oggi alcuni parlano di razzismo, “indigenismo” e anti-colonialismo, ma attraverso questi termini è la guerra razziale quella che vogliono questi fanatici. Disprezzano il nostro Paese, le sue tradizioni, la sua cultura, e vogliono vederlo dissolversi col suo passato e la sua storia, colpendo, attraverso l’abbattimento di statue, le antiche glorie militari e civili.
Disintegrazione che, con l’islamismo e le orde delle banlieue, porta alla separazione di numerose parti della nazione e alla loro trasformazione in enclavi soggette a dogmi contrari alla nostra costituzione. Tuttavia, ogni francese, qualunque sia il suo credo, deve sentirsi ovunque a casa sua in Francia; non può e non deve esistere alcuna città o distretto in cui non si applichino le leggi della Repubblica.
Disintegrazione, perché l’odio ha la precedenza sulla fratellanza durante le manifestazioni in cui le autorità usano le forze dell’ordine come capri espiatori di fronte ai francesi in gilet giallo che esprimono la loro disperazione. Questo mentre individui infiltrati e incappucciati saccheggiano i negozi e minacciano le stesse forze dell’ordine. Tuttavia, questi ultimi applicano solo le direttive, a volte contraddittorie, date da voi governanti.
I pericoli aumentano, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che un giorno un professore sarebbe stato decapitato fuori da scuola? Tuttavia, noi, servitori della nazione, che siamo sempre stati pronti a rischiare la pelle per rispettare il dovere richiesto dalle nostre divise, non possiamo essere spettatori passivi di fronte a tali azioni.
È quindi imperativo che chi gestisce il nostro Paese trovi il coraggio di debellare questi pericoli. Per fare ciò, spesso è sufficiente applicare le leggi esistenti senza indugi. Non dimenticate che, come noi, la maggioranza dei nostri concittadini è sopraffatta dai vostri silenzi incerti e colpevoli.
La Francia è in pericolo, non perdere tempo
Come ha detto il cardinale Mercier, primate del Belgio: “Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte”. Allora, signore e signori, basta procrastinare, l’ora è seria, il lavoro è colossale; non perdere tempo e sappiate che siamo pronti a sostenere politiche a favore della salvaguardia della nazione.
D’altra parte, se non si interviene, il lassismo continuerà a diffondersi inesorabilmente nella società, provocando alla fine un’esplosione e l’intervento dei nostri camerati in una pericolosa missione di salvaguardia dei nostri valori civili e protezione dei nostri connazionali sul territorio nazionale.
Come potete vedere non c’è più tempo per procrastinare, altrimenti un domani la guerra civile metterà fine a questo caos crescente e le morti, di cui sarete responsabili, si conteranno a migliaia.
La Francia è in pericolo – Generali firmatari:
Général de Corps d’Armée (ER) Christian PIQUEMAL (Légion Étrangère), général de Corps d’Armée (2S) Gilles BARRIE (Infanterie), général de Division (2S) François GAUBERT ancien Gouverneur militaire de Lille, général de Division (2S) Emmanuel de RICHOUFFTZ (Infanterie), général de Division (2S) Michel JOSLIN DE NORAY (Troupes de Marine), général de Brigade (2S) André COUSTOU (Infanterie), général de Brigade (2S) Philippe DESROUSSEAUX de MEDRANO (Train), général de Brigade Aérienne (2S) Antoine MARTINEZ (Armée de l’air), général de Brigade Aérienne (2S) Daniel GROSMAIRE (Armée de l’air), général de Brigade (2S) Robert JEANNEROD (Cavalerie), général de Brigade (2S) Pierre Dominique AIGUEPERSE (Infanterie), général de Brigade (2S) Roland DUBOIS (Transmissions), général de Brigade (2S) Dominique DELAWARDE (Infanterie), général de Brigade (2S) Jean Claude GROLIER (Artillerie), général de Brigade (2S) Norbert de CACQUERAY (Direction Générale de l’Armement), général de Brigade (2S) Roger PRIGENT (ALAT), général de Brigade (2S) Alfred LEBRETON (CAT), médecin Général (2S) Guy DURAND (Service de Santé des Armées), contre-amiral (2S) Gérard BALASTRE (Marine Nationale).
www.totalitarismo.blog/la francia è in pericolo appello-dei-generali-a-macron
In Francia hanno dei Generali, in Italia al massimo abbiamo un figliuolo…
Fanno prima e con risultati migliori se escono dalle caserme con carri armati e truppe in assetto di guerra, e si recano tranquillamente a prender possesso dei luoghi del potere politico.
La politica se ne fotte delle parole, anche se scritte da un generale.
La politica si preoccupa quando vede arrivare in parlamento un battaglione di soldati delle truppe d’assalto, armati fino ai denti.