La variante indiana è arrivata anche in Italia. È stata individuata in Veneto, secondo quanto ha annunciato lo stesso governatore Luca Zaia. “Si tratta di due cittadini indiani di Bassano, padre e figlia”, ha spiegato il presidente della Regione, “rientrati dall’India nei giorni scorsi. La variante è stata confermata dalla dottoressa Ricci. Non sono ricoverati in ospedale, ma in isolamento domiciliare”. Quindi ha sottolineato Zaia, “le varianti ormai sono migliaia, e prima o poi arrivano tutte. Affrontiamo giorno dopo giorno questi aspetti, e andiamo avanti”
Il sospetto è che il blocco del traffico aereo dall’India verso l’Italia, firmato ieri, domenica 25 aprile, da Roberto Speranza, sia arrivato con qualche giorno di ritardo (anche rispetto ad altri Paesi). Nella speranza che questa notizia non abbia effetti sull’andamento dei contagi nel nostro Paese. Proprio stamattina 26 aprile, infatti, a Omnibus, condotto da Gaia Tortora su La7, c’era in collegamento il professor Andrea Crisanti che ha lanciato un inquietante allarme.
Variante indiana, elemento di grande preoccupazione
“La variante indiana è stata identificata e studiata in Gran Bretagna. Ha delle mutazioni importanti“, spiega il professore. “E’ un elemento di grande preoccupazione. La variante indiana anche in presenza di anticorpi mantiene un’alta infettività”. Quindi c’è preoccupazione “anche per l’efficacia dei vaccini”.
Bisogna poi osservare, ha continuato Crisanti, che nei Paesi dove sono nate le varianti, c’è stato poco controllo della diffusione del virus: “Guardiamo India, Brasile e Cile, sono Stati dove non c’è controllo della trasmissione. Qui possono emergere varianti. In Brasile ci sono 92 varianti di cui non si sa nulla, in Cile è vaccinato il 75 per cento della popolazione con un vaccino che copre il 60 per cento ma è nel caos, con una diffusione pazzesca e una serie di varianti“.
Per questo vietare l’ingresso dall’India, come ha ordinato il ministro Roberto Speranza, conclude Crisanti, serve ma non basta: “Bisogna mettere in quarantena vigilata obbligatoria”. www.liberoquotidiano.it