di Antonio Amorosi, intervista al prof. Bellavite – Vaccini rapporto rischi benefici. I numeri sono falsati. Ecco la verità. Ci spiega perché il professor Paolo Bellavite esperto di Patologia generale, una vita dedicata allo studio delle infiammazioni. Non sono contrario ai vaccini, sono contrario alle balle sui vaccini. Anche i suoi colleghi dimostrano di non sapere cosa significhi rapporto rischi/benefici
Perché? Ci spieghi meglio professore…
Ti affogano di numeri. Ma il primo equivoco nasce quando per reazioni avverse ai vaccini usano solo il dato delle trombosi venose cerebrali. E’ sicuramente una trombosi rara, se non rarissima, sia nei vaccinati che nei non vaccinati. Ma puntano tutto su quello, come se fosse questo il problema della trombosi, in modo da poter dire che è rara. Ah certo è rara!
Invece ci sono tutti gli altri tipi di trombosi?
Ce ne sono di tantissimi tipi. Se calcoliamo quelle i numeri delle reazioni avverse cambiano… Le faccio poi un esempio diverso: quando alla persona viene l’infarto. Quando trovano morto il tale militare nel letto, dopo aver fatto il vaccino, non trovano la trombosi cerebrale. No! Si è fermato il cuore, semplicemente. Quella potrebbe essere una trombosi delle arterie coronarie. Un’emorragia cerebrale è cento volte più frequente. Il problema è che questi vaccini procurano un balzo fortissimo della pressione e coloro che hanno un piccolo difetto congenito delle arterie cerebrali possono subire gravi danni. Le faccio un altro esempio con i numeri?
Prego
Una testata italiana dice per le donne che prendono la pillola anticoncezionale che il rischio di trombosi è molto più alto col Covid-19 che col vaccino, con tanto di parere dell’esperto: col Covid del 15% mentre una vaccinata lo ha dello 0,00003%. Ammettiamo che i numeri siano veritieri e assumiamo che quei 0,00003% siano i casi mortali registrati finora (una trentina su un milione di dosi somministrate). Il discorso è fuorviante e le dimostro perché
Perché è fuorviante?
Perché non tiene conto del basso rischio generale di prendere il Covid in forma grave per una donna in età fertile. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, tutti i decessi in donne positive a Covid 19 con età inferiore a 40 anni ammontano a un centinaio, di cui più della metà con patologie preesistenti. Ammettendo che tutte siano morte per trombosi, e assumendo che quella categoria rappresenti il 10% della popolazione contagiata, avremmo un rischio di morte di circa 1 su 100.000, cioè 0,00001%.
Quindi?
Il rischio di morte per chi ha fatto il vaccino è 0,00003%, con il virus dello 0,00001%. 3 a 1. In una donna di età inferiore a 40 anni il rischio di trombosi dopo il vaccino è 3 volte più alto del rischio di morte per Covid-19. Gli anticoncezionali probabilmente aumentano un po’, poco, il rischio in entrambi i casi, quindi il rapporto non cambia. Il calcolo dei giornali in favore del vaccino è sovrastimato di 500.000 x 3volte= 1 milione e mezzo di volte. Più o meno, perché i dati sono approssimati. Ma è una dato totalmente falsato
Il rapporto rischi benefici ha quindi un problema a monte?
Certo. Quando si considera solo la gravità della malatia senza tener conto di quale sia il rischio di prendersi la malattia. Anche il Covid può provocare la trombosi, ma devi prenderti il covid, devi prenderlo in forma grave, devi avere delle patologie tali da avere dei problemi e devi anche rientrare nella fascia di età più colpita, parlando dal punto di vista statistico. Non si possono fare discorsi generali e paragonare cavoli con patate. Se fai il vaccino è certo invece che sei sottoposto ad un farmaco che ha rischi ancora in fase di studio
E della malattia e della cura che ci dice?
Questa è una malattia che si può curare se ti dedichi un po’ ai pazienti e li visiti quando stanno male e tempestivamente. Poi c’è lo stile di vita, l’alimentazione corretta (ricca di vitamine e flavonoidi) e usare le precauzioni giuste, come arieggiare gli ambienti, ecc…. Le faccio un altro esempio su cui non si fa caso
Dica
C’è una persona con infezione già in atto e si mette la mascherina. Se la persona malata che resta segregata e non respira spesso aria pulita fa un danno. La persona che si tappa con la mascherina non fa altro che respirarsi continuamente il proprio virus. Non fa altro che ripotenziare il virus autoinfettandosi continuamente. Il virus continuerà ad esserci esponenzialmente… fino a che provoca il danno polmonare e sistemico
Ma perché queste cose non vengono dette chiaramente alle persone?
Perché ha preso il sopravvento la cultura de “La fattoria degli animali” di Orwell con tutti che devono essere vaccinati come polli. Finito il Covid tenderanno ad aumentare le vaccinazioni, per tutte le età e per tutte le malattie. Faranno sempre di più propaganda per far sentire le persone non vaccinate come pericolose per la società. C’è una tendenza troppo forte in questa direzione. E la gente è stordita ma continua a guardarsi la tv dove ripetono sempre le stesse cose, in modo acritico
E gli scienziati?
Gli scienziati contano niente. Fanno parlare solo gli scienziati che stanno in questa strategia da “Fattoria degli animali”. O invitano chi non la pensa come il mainstream ma non deve avere tutta la gamma di conoscenza scientifiche per poter sostenere le proprie tesi, spesso nate da motivazioni giuste. Sembra che obiettivo di molti programmi tv sia solo fare audience, non capire i pro e contro degli interventi e valutare cosa sia meglio fare per la collettività. Quando si hanno personaggi televisivi avversi alle vaccinazioni devono essere deboli per poterli ridicolizzare con facilità
Ma lei non è contro i vaccini, giusto?
Non sono contrario ai vaccini, sono contrario agli obblighi e alle balle sui vaccini. Ma sono anche contrario al tifo da stadio sul tema. Facendo così i programmi tv fanno audience ma non il bene della società. Col risultato che anche chi volesse essere obiettivo, di valutare i pro e contro di una strategia, viene spinto su posizioni estreme. Nelle guerre ci si schiera inevitabilmente da una parte o dall’altra. Ma le guerre fanno solo vittime ovunque e chi ci rimette e la gente comune che ha meno mezzi.