Grillo, “il manettaro che diventa iper-garantista per il figlio”

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Un figlio accusato di una violenza sessuale di gruppo è un fardello troppo pesante anche per un protagonista navigato delle scene (dello spettacolo prima, della politica poi) come Beppe Grillo. Il fondatore del Movimento 5 stelle esplode letteralmente di rabbia in un video dedicato alla vicenda del figlio Ciro, che risale al 2019:

“La legge – urla – dice che gli stupratori vengono presi e messi in galera e interrogati in galera o ai domiciliari. Sono lasciati liberi per due anni, perché? Perché non li avete arrestati subito? Ce li avrei portati io in galera a calci nel culo. Perché? Perché vi siete resi conto che non è vero niente che c’è stato uno stupro, non c’è stato niente! Perché una persona che viene stuprata la mattina il pomeriggio va in kytesurf e dopo otto giorni fa la denuncia vi è sembrato strano. Bene vi è sembrato strano, è strano!”.

La colpevolizzazione della vittima, per quanto presunta, può essere uno strumento nelle mani degli avvocati ma è moneta alquanto squalificata sul mercato della politica e suscita commenti di quasi unanime condanna.

“Ciò che colpisce nel video di Grillo – è la reazione della senatrice del Pd Valeria Valente, presidente della commissione Femminicidio – è che lui, che ormai è un leader politico, ricada in una serie di stereotipi gravi quanto purtroppo scontati, primo tra tutti quello secondo il quale la ragazza vittima nel processo per stupro in cui è coinvolto suo figlio sarebbe stata consenziente”.

“Il frasario tipico di chi colpevolizza la vittima non può trovare alcuna forma di spazio pubblico nell’Italia del 2021”, taglia corto la presidente dei senatori del Pd Simona Malpezzi. “Il video di Grillo è allucinante. C’è dentro tutto quello che la politica non può e non deve essere”, commenta su Twitter un altro dem, Matteo Orfini. Grillo “si adegua all’orribile cliché che vede le donne che hanno subito lo stupro essere definite consenzienti: tutto ciò è odioso e mi disgusta”, dice dal canto suo il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.

Indignata anche Silvia Benedetti, deputata del gruppo Misto ma in origine eletta proprio col M5S: “Le parole di Grillo sono semplicemente aberranti”.

Nella sua invettiva, Grillo prende lo spunto dal trattamento che a suo dire è stato riservato dal mondo dell’informazione al giovane consanguineo: “Mio figlio – accusa – è su tutti i giornali come uno stupratore seriale”. Nonostante usi il mancato arresto del figlio come una sorta di indizio di non colpevolezza, il garante del M5S non attacca direttamente la magistratura, ma sono in tanti a coglierlo in castagna sulla sua tardiva conversione al “garantismo”.

Valore coltivato “a giorni alterni”, ironizza la Lega su Twitter:”Il sabato Salvini è colpevole, il lunedì suo figlio è innocente”. “Tutti, ma proprio tutti – osserva Enrico Costa, deputato e responsabile Giustizia di Azione – sono garantisti con parenti e amici e forcaioli con gli avversari”.

Grillo “manettaro per credo politico”

Sulla stessa lunghezza d’onda Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera: “Beppe Grillo, fustigatore giudiziario per professione, manettaro per credo politico, adesso diventa iper-garantista a difesa, guarda un po, del figlio Ciro”.

“Il video di Beppe Grillo è scandaloso. Non sta a me stabilire – dice Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia viva – chi ha torto e chi ha ragione, per quello ci sono i magistrati. Ma che Grillo usi il suo potere mediatico e politico per assolvere il figlio è vergognoso”.

Che il passo falso dell’ex leader sia di fatto indifendibile, lo testimonia anche la prudente reazione ufficiale del Movimento 5 stelle, quella di cui si fa carico il capo politico reggente Vito Crimi: “Sono e siamo umanamente vicini a Beppe Grillo, un uomo e un padre che sta vivendo un dramma che non è augurabile a nessuno”, sottolinea. Ma poi precisa: “Abbiamo fiducia nel lavoro della magistratura, che accerterà la verità”.  ASKANEWS