Piano pandemico, Procuratore inchioda il Ministero della Salute

Speranza astrazeneca ministero della salute

Piano pandemico, il Procuratore inchioda il ministro Ministero della Salute. “Al ministero omissioni”. Il Coronavirus in Italia continua a far paura. Lo certificano i dati, sesto Paese al mondo per numero di vittime. Superati i 115 mila decessi dall’inizio della pandemia. Molti di questi, probabilmente, si sarebbero potuti evitare con un piano pandemico adeguato ad affrontare l’emergenza. Ma il mancato aggiornamento ha pesato sulla già difficile situazione.

Ministero della Salute, lacune e impreparazione

Dall’inchiesta della Procura di Bergamo, partita dalle chiusure di Alzano e Nembro, mai effettuate emergono fatti nuovi, che coinvolgono il ministero della Salute. Poca chiarezza, omissioni, negligenza, fatica a ottenere risposte. L’inchiesta – si legge sul Corriere della Sera – fa i conti con quello che il procuratore Antonio Chiappani definisce «potere liquido». Le indagini svelano ogni giorno di più la confusione, le lacune e l’impreparazione con le quali il sistema salute italiano ha affrontato i primi mesi della pandemia. E davanti alle richieste di spiegazioni, sempre per dirla con il procuratore, “è come se il ministero della Salute fosse un insieme di particelle non comunicanti tra di loro, senza una regia, come se le domande andassero fatte sempre ad altri“.

Avevano avuto questa impressione, in Procura, anche davanti alle domande fatte a novembre all’allora direttore vicario dell’Organizzazione mondiale della Sanità Ranieri Guerra (che da qualche giorno non ricopre più quel ruolo) che era anche l’inviato speciale in Italia per il Covid. Risultato: lui indagato per false dichiarazioni e le parole del suo verbale finite in una rogatoria che descrive un lungo elenco di presunte bugie.

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Ma questa vicenda del report ritirato – prosegue il Corriere – non è centrale per l’inchiesta di Bergamo. Ben più importanza ha il mancato aggiornamento e la mancata applicazione del Piano pandemico che, sia pure vecchio, era comunque una legge dello Stato con indicazioni precise su percorsi protetti in ospedale, provvedimenti per la popolazione.

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Per i dirigenti del ministero della salute, quindi, il rischio ora è che venga contestato un reato omissivo, proprio per la mancata applicazione di una legge dello Stato. E la Procura sta valutando anche le posizioni di chi avrebbe dovuto aggiornare il Piano, fra gli altri anche lo stesso Brusaferro, che in quanto presidente dell’Istituto superiore di sanità fa parte del Comitato per la prevenzione e il controllo delle malattie, competente anche sull’aggiornamento del Piano.

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