Consulta: ergastolo ostativo incompatibile con Costituzione

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L’ergastolo ostativo è incompatibile con la Costituzione ma occorre un intervento legislativo. Lo ha stabilito la Corte costituzionale che dà un anno di tempo al Parlamento. Sull’ergastolo ostativo occorre un intervento del legislatore: per questo la Corte Costituzionale, ritenendo che “l’accoglimento immediato delle questioni” sollevate dalla Cassazione “rischierebbe di inserirsi in modo inadeguato nell’attuale sistema di contrasto alla criminalità organizzata”, ha stabilito di rinviarne la trattazione a maggio 2022, per “consentire al legislatore gli interventi che tengano conto sia della peculiare natura dei reati connessi alla criminalità organizzata di stampo mafioso, e delle relative regole penitenziarie, sia della necessità di preservare il valore della collaborazione con la giustizia in questi casi”.

La Consulta ha esaminato le questioni di legittimità sollevate dalla Corte di Cassazione sul regime applicabile ai condannati alla pena dell’ergastolo per reati di mafia e di contesto mafioso che non abbiano collaborato con la giustizia e che chiedano l’accesso alla liberazione condizionale. E ha rilevato- come informa una nota dell’Ufficio stampa- che la vigente disciplina del cosiddetto ergastolo ostativo preclude in modo assoluto, a chi non abbia utilmente collaborato con la giustizia, la possibilità di accedere al procedimento per chiedere la liberazione condizionale, anche quando il suo ravvedimento risulti sicuro.

Ha quindi osservato che tale disciplina ostativa, facendo della collaborazione l’unico modo per il condannato di recuperare la libertà, è in contrasto con gli articoli 3 e 27 della Costituzione e con l’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. www.rainews.it

Un articolo del febbraio scorso, il sito www.antimafiaduemila.com scrive

In merito all’ergastolo ostativo

Marta Cartabia, che ha appena giurato come nuovo Ministro della Giustizia del Governo Draghi, era vicepresidente di quella Corte Costituzionale che ha prodotto questa pronuncia (ne sarebbe diventata Presidente meno di due mesi dopo). Essa è stata da lei così strenuamente difesa: La dignità va intesa come incomprimibile possibilità di recupero, di riscatto, qualunque cosa sia accaduta prima, qualunque fatto sia stato commesso: qui è la dignità della persona […] quello che si tende a evitare è avere forme di esecuzione della pena improntate a rigidità, a fissità che non tengono conto di come il tempo della pena sia diverso per ciascun individuo”.

La sentenza della Corte dei diritti umani – “L’Italia deve riformare la legge sull’ergastolo ostativo, che impedisce al condannato di usufruire di benefici sulla pena se non collabora con la giustizia”: così ha sentenziato la Corte Europea dei Diritti Umani. Ed è stato, purtroppo, un passaggio storico capovolgente.
L’ergastolo ostativo per i mafiosi, ovvero il carcere a vita senza la possibilitá di ottenere benefici penitenziari (previsto dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario, inserito dopo le stragi di Capaci e Via d’Amelio), ha rappresentato probabilmente il più grande baluardo contro il rischio della ripresa effettiva di potere da parte dei boss mafiosi condannati all’ergastolo e a favore dell’irrobustimento delle indagini sulla criminalità organizzata.”