Il Maligno impedisce di pregare. Papa Francesco si schiera apertamente contro le proposte di riforme nella Chiesa, “anche interessanti”, dice, ma che non maturano da un adeguato contesto “di preghiera”. E la sua accusa verso “certi gruppi” o movimenti riformatori non è di poco conto: “Tutto nella Chiesa nasce nella preghiera, e tutto cresce grazie alla preghiera. Quando il Nemico, il Maligno, vuole combattere la Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fonti, impedendole di pregare”, afferma infatti nell’udienza generale, trasmessa in diretta dalla Biblioteca del Palazzo apostolico e dedicata oggi a una meditazione sul tema “La Chiesa maestra di preghiera”.
Per esempio, spiega il Pontefice proseguendo ‘a braccio’, “lo vediamo in certi gruppi che si mettono d’accordo per portare avanti riforme ecclesiali, cambiamenti nella vita della Chiesa…
Ci sono tutte le organizzazioni, ci sono i media che informano tutti… Ma la preghiera non si vede, non si prega”. “‘Dobbiamo cambiare questo, dobbiamo prendere questa decisione che è un po’ forte…’ – dice ancora -. È interessante la proposta, è interessante, solo con la discussione, solo con i media, ma dov’è la preghiera? La preghiera è quella che apre la porta allo Spirito Santo, che è quello che ispira per andare avanti”.
Per combattere la Chiesa il Maligno impedisce di pregare
Secondo Francesco, “i cambiamenti nella Chiesa senza preghiera non sono cambiamenti di Chiesa, sono cambiamenti di gruppo. E quando il Nemico – come ho detto – vuole combattere la Chiesa, lo fa prima di tutto cercando di prosciugare le sue fonti, impedendole di pregare, e [inducendola a] fare queste altre proposte”. “Se cessa la preghiera, per un po’ sembra che tutto possa andare avanti come sempre – per inerzia -, ma dopo poco tempo la Chiesa si accorge di essere diventata come un involucro vuoto, di aver smarrito l’asse portante, di non possedere più la sorgente del calore e dell’amore”, aggiunge.
(in alcune chiese, invece di pregare, si somministrano vaccini Sicilia: per il Sabato di Pasqua vaccini anti-Covid in 500 chiese, ndr)
Il Papa sottolinea che “i santi, che spesso agli occhi del mondo contano poco, in realtà sono quelli che lo sostengono, non con le armi del denaro e del potere, dei media di comunicazione e così via, ma con le armi della preghiera”. “Nel Vangelo di Luca – continua -, Gesù pone una domanda drammatica che sempre ci fa riflettere: ‘Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?’ (Lc 18,8), o troverà soltanto organizzazioni, come un gruppo di ‘imprenditori della fede’, tutti organizzati bene, che fanno della beneficenza, tante cose…, o troverà fede?”.
Pregare, ma come?
Per il Pontefice, “dunque, possiamo concludere che la lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera”. E aggiunge, ancora ‘a braccio’: “È una domanda che noi cristiani dobbiamo farci: prego? Preghiamo? Come prego? Come dei pappagalli o prego con il cuore? Come prego? Prego sicuro che sono nella Chiesa e prego con la Chiesa, o prego un po’ secondo le mie idee e faccio che le mie idee diventino preghiera?”.
“Questa è una preghiera pagana, non cristiana – avverte -. Ripeto: possiamo concludere che la lampada della fede sarà sempre accesa sulla terra finché ci sarà l’olio della preghiera”. E conclude: “Senza la fede, tutto crolla; e senza la preghiera, la fede si spegne. Fede e preghiera, insieme. Non c’è un’altra via”. ANSA