Ristoranti aperti nelle zone gialle anche la sera sfruttando gli spazi all’aperto, numero delle somministrazioni dei vaccini da inserire tra i parametri del monitoraggio che determina le fasce di colore, calendario e regole per riaprire parallelamente cinema, teatri, musei e palestre. Le Regioni mettono sul tavolo le loro proposte in vista del confronto di giovedì con il governo e il ministro della Salute Roberto Speranza non chiude: “l’ipotesi di lavorare all’aperto mi convince molto” dice ipotizzando per maggio le riaperture.
“La decisione sulle riaperture sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri” conferma il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti dopo l’incontro con la Fipe. Ma quando si riapre? Date ancora non ce ne sono e il braccio di ferro nel governo è ancora in atto tra il centrodestra che chiede una ripartenza prima della fine di aprile e chi invece invita ad aspettare la scadenza dell’attuale decreto. Lo fa il ministro Speranza e lo fa il Pd che con una nota della segreteria chiede una piano di “riaperture graduale, certo e irreversibile“.
Maggio, dunque, “sarà il mese delle riaperture di tutte le attività economiche, in sicurezza”. Ed è possibile che il mese prossimo coincida anche con la fine del divieto di spostamento tra le Regioni e con il ritorno in presenza per tutti gli studenti italiani, come auspicato più volte da Draghi. “Auspicherei di investire ancora un pezzo del tesoretto sulla scuola, ma è una valutazione che dobbiamo ancora fare” conferma Speranza. Alle linee guida le Regioni stanno ancora lavorando, rimodulando quelle già contenute negli allegati del Dpcm del 2 marzo scorso per tutti i settori, comprese le attività turistiche e ricettive, le piscine, le fiere, i mercatini e le discoteche. Ma le priorità sono state individuate e riguardano tre ambiti: la ristorazione, le attività culturali e le palestre. Sempre, ovviamente, se i dati continueranno ad indicare un miglioramento della curva epidemiologica.
La richiesta è quella di poter aprire i ristoranti non solo a pranzo, come già previsto in caso di zona gialla, ma anche la sera; una proposta che si porta dietro la necessità di posticipare il coprifuoco di almeno una-due ore. Per il resto, i protocolli ricalcano quelli già approvati: prenotazione obbligatoria, distanza di almeno un metro tra i tavoli e mascherina ogni volta che ci si alza.
Anche per i bar, la richiesta è quella di poter riaprire quelli che hanno la possibilità di mettere i tavolini all’esterno. Quanto a cinema, teatri, musei e spettacoli all’aperto, la linea è quella già suggerita dalle associazioni di categoria: biglietti nominativi e prenotazione obbligatoria, percorsi separati di entrata e uscita, misurazione della temperatura e, soprattutto, raddoppio della capienza: da 200 a 400 al chiuso e da 400 a mille all’aperto, grandi eventi a parte.
Nelle linee guida tornerà pure una vecchia richiesta delle Regioni, la modifica dei 21 parametri che compongono il monitoraggio. Vanno ridotti, sostengono da sempre, e va inserita la capacità dei singoli territori di somministrare i vaccini: più somministrazioni si fanno maggiori sono le riaperture. Sul discorso dei parametri continuerà comunque a pesare quello relativo al tasso di occupazione dei posti letto negli ospedali. […] https://notizie.tiscali.it
Parole, Parole, Parole soltanto parole fra noi.
Mai parole furono più profetiche. Non si può credere ad un esecutivo che ha fatto della menzogna la sua bandiera e questo da 13 mesi.
E’ impossibile che si riapra così come viene spiegato dal testo.
Mi dispiace per chi si è illuso.
Alla disperata ricerca di una exit strategy dopo 14 mesi di abominevoli e controproducenti imposizioni.