Facebook, i dati delle forze armate in vendita nel dark web

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di Antonio Amorosi – Sono in vendita sul dark web, la parte oscura della rete, e su un canale Telegram, i numeri di telefono, le identità, le specifiche professionali e altri dati rubati a circa 533 milioni di account Facebook, in tutto il mondo. Probabilmente abbiamo letto la notizia, resa pubblica via Twitter da Alon Gal, chief technology officer della società di computer security Hudson Rock, e rilanciata da agenzie, giornali e media senza comprenderne la portata per la sicurezza nazionale. A confronto lo scandalo “Cambridge Analytica”, per la violazione di 80 milioni di profili Facebook, che finì davanti al Congresso degli Stati Uniti, è robetta.

L’Italia è il Paese al mondo più esposto assieme agli Stati Uniti. Sui giornali si è parlato di 30 milioni di numeri di cellulari di utenti italiani coinvolti ma in realtà sono 36 milioni e 677 mila. I profili sono tutti compromessi e andrebbero almeno cambiate tutte le password di accesso per limitare possibili danni e per questo anche istituite nuove prassi identificative dalle compagnie telefoniche, vista la violazione dei numeri di telefono.

Con Affaritaliani.it abbiamo potuto constatare un dato rilevante: tra gli utenti italiani coinvolti ci sono una moltitudine di appartenenti alle istituzioni, alle forze dell’Ordine, che lavorano presso enti che curano la sicurezza nazionale, dipendenti dello Stato di ogni tipo, dal ministero dell’Interno alla Difesa, ecc… per ogni settore.

Se la notizia dell’ufficiale della marina militare arrestato dai Carabinieri del Ros, con l’accusa di spionaggio e violazione della sicurezza dello Stato, ha destato scalpore immaginate il potenziale di queste informazioni messe a disposizione di malintenzionati. Si può trovare ogni tipo di dato sensibile degli utenti con nome, cognome, indirizzo di casa, numero telefonico cellulare, e-mail e notizie biografiche. Non una panacea per la sicurezza nazionale ma neanche per quella personale.

Facebook chiede dati personali in modo ossessivo

Accade perché Facebook in modo ripetuto, quasi spasmodico, chiede agli utenti di inserire, per ragioni di sicurezza, il proprio numero telefonico sul social, nel corso delle operazioni di identificazione e autenticazione, quando viene digitato l’account e la password.

Oggi nel dark web viene resa disponibile alla vendita un elenco di persone, con il numero di telefono specifico e vengono vendute le password per accedere all’account delle vittime.

Gli elenchi dei numeri di telefono disponibili sono ordinati in modo progressivo. Ad esempio, l’utente che ha il numero di telefono 335253XX…(abbiamo usato un numero a caso, inventato) verrà prima del 335253XY, eccetera. Se guardiamo i blocchi progressivi possiamo capire, soprattutto se i numeri sono di persone che lavorano presso le stesse istituzioni, ma anche dove il soggetto lavora, presso quale ente specifico e in alcuni casi l’ufficio, quale Corpo di polizia, forza armata, e dove è situata la sede del Corpo. E’ facile comprendere che numeri di telefono in sequenza, con le anagrafiche che si conoscono data la rivelazione, possono compromettere l’ identità delle persone e il loro lavoro.

Si spera che molti utenti abbiano ecceduto nelle burle, immettendo su Facebook dati falsi su di sé e sulla propria identità, ma dai riscontri fatti sui grandi numeri le identità appaiono reali, sono i loro veri numeri. O si spera che almeno “gli istituzionali” abbiano seguito le circolari delle forze di polizia che vietano o limitano fortemente l’uso dei propri dati personali sui social, al fine di non compromettere il proprio lavoro.

Va anche ricordato che è diffuso presso gli appartenenti ai corpi di polizia la possibilità di usare il numero di servizio, dato dal Corpo di appartenenza, anche per motivi privati (con convenzioni che consentono di pagare le telefonate non di lavoro). Per questo motivo appare confusa la separazione tra numero di telefono di servizio e il numero privato e la possibilità che gli utenti abbiano per questo motivo inserito i propri numeri di cellulare sul social.

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