I lavoratori protestano contro le chiusure del Dpcm. La diffusione del Covid e delle varianti sembra non fermarsi e, a tal proposito, il Governo ha optato ormai da settimane una chiusura forzata. Zone arancione e rossa sono le uniche due opzioni in questo periodo. Ma, in entrambi i casi, i commercianti e i ristoratori stanno accusando economicamente e socialmente della situazione, ormai portata allo stremo delle possibilità.
Le manifestazioni hanno visto come protagoniste alcune città di Italia, da Nord a Sud, come ad esempio Roma, Milano e Bari. “Il tema è che se chiudi e richiudi una pentola a pressione, prima o poi rumoreggia e poi esplode”. Con queste parole si è espresso in diretta sul tema il giornalista Daniele Capezzone, intervenuto ai microfoni di Stefano Molinari e Luigia Luciani.
Ecco l’intervento di Daniele Capezzone a “Lavori in corso” su Radio Radio TV.
“Se uno vuole trovare una parola fuori posto o un braccio messo male lo trova sempre. Ma non è questo il tema. Il tema è che se chiudi e richiudi una pentola a pressione, la pentola a pressione prima o poi rumoreggia ed esplode. Dico alla politica: state attenti alla rabbia di chi ha sopportato troppo e che ora vede a rischio non solo la sua azienda, ma il suo futuro e la sua famiglia. Chi non lo capisce pagherà a proprie spese più avanti. A volte i politici vedono la luce solo quando sentono il calore da qualche altra parte”, ha avvertito Capezzone.
”I segnali che arrivano dalle piazze sono monitorati dall’intelligence”, fa sapere il Viminale, secondo cui la causa delle proteste sono le ‘teorie cospirative’.
Protesta a Montecitorio, Viminale: ”monitoraggio dell’Intelligence”
La causa delle proteste è la conduzione criminale e demenziale degli affari pubblici.
E’ la perenne vessazione del settore privato.
La crescente compressione delle libertà naturali e legittime.