Polizia penitenziaria, 20-30% non vuole vaccinarsi con AstraZeneca

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“Mancanza di coordinamento e forti differenze fra le regioni sulle vaccinazioni di detenuti e personale penitenziario”. Vaccinazioni di massa in alcune carceri “come questa mattina a Foggia di tutti i detenuti, mentre la polizia penitenziaria resta al palo”. Ritrosia del personale delle carceri ad essere vaccinato con AstraZeneca, “il 20-30% non lo vuole. Ha paura degli effetti collaterali”.

Estremi di mal-practice in regioni come “il Molise che contesto perché nonostante le sollecitazioni nostre e del Garante nazionale dei detenuti ancora non ha fatto nessuna vaccinazione”. E’ il quadro a macchia di leopardo dipinto all’Adnkronos da Donato Capece, segretario generale del Sappe, sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria.

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Capace riferisce: “La prassi è vaccinare in genere prima i detenuti, poi gli agenti. Avrei preferito che le cose procedessero di pari passo dato che il personale potrebbe portare il contagio in carcere, vivendo all’esterno. Comunque, nonostante i ritardi e casi come quello di Carinola, in provincia di Caserta, il mese scorso, in cui a causa di un focolaio scoppiato in carcere sono morti tre agenti cinquantenni, tra il personale sono pochi i contagiati”.

“Noi abbiamo già scritto all’Amministrazione penitenziaria di provvedere con urgenza alla vaccinazione a tappeto nelle carceri e chiesto se possibile – conclude – di somministrare Pfizer a chi non vuole AstraZeneca. Infine, dobbiamo scuotere l’Amministrazione affinché le vaccinazioni vengano effettuate in carcere attraverso i medici Sias e non negli hub esterni”. (di Roberta Lanzara – adnkronos)