Covid, alla Camera iniziativa ‘stop restrizioni’: “era meglio morire”

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“A un anno di distanza non c’è giustificazione per queste restrizioni: era meglio morire. C’era una bella peste, faceva una bella selezione e quelli che rimanevano erano sani, vivi e vegeti e verso un progetto futuro che è quello della nostra esistenza”. Lo ha detto l’avvocato Nino Filippo Moriggia, presidente del Comicost (Comitato per le libertà costituzionali), durante una conferenza stampa nella sala stampa di Montecitorio ospitata dalla deputata ex M5s Sara Cunial che ha presentato i relatori come “tre professionisti nella lotta a questa narrazione pandemica di cui siamo vittime da un anno”.Si tratta di Moriggia, di Linda Corrias, costituzionalista, e della dottoressa Antonietta Gatti.

Moriggia ha ricordato che il Comicost ha promosso un migliaio di richieste di “risarcimento per ingiusta detenzione domiciliare per 88 giorni durante il primo lockdown. Parliamo di 20-25 mila euro a persona e andremo avanti anche con le domande di risarcimento per le limitazioni alla circolazione dei cittadini e con la valutazione del risarcimento per danno non patrimoniale, ovvero il disagio psicologico creato da questa situazione”.

Impietoso il giudizio di Moriggia anche sui vaccini: “Si va verso una somministrazione farmacologica sperimentale di massa, questo è ciò che ci sta propinando questo sistema”. Ma il cuore della conferenza stampa è stato contro il sistema dei tamponi: “Siamo arrivati al punto cruciale. Possiamo preannunciare che partiremo con una serie di azioni penali, abbiamo prove e precedenti che diversi organismi tra cui alcuni laboratori di analisi, alcune Asl, con ogni probabilità hanno truccato gli esiti. C’è un gip di Agrigento che ha convalidato tre ordini di custodia cautelare a dei funzionari, quindi la guerra per i tamponi è iniziata. Come avvocati attaccheremo tutti coloro che hanno messo mano alle manipolazioni con lo scopo di arrivare all’obbligo vaccinale”.

I tamponi non sono solo inattendibili ma anche pericolosi, secondo quanto ha spiegato la dottoressa Antonietta Gatti, “fisico, bio-ingegnere, con conoscenze approfondite sulla materia”. Gatti ne ha analizzati una serie e li ha presentati uno a uno: da quelli classici “tipo cotton fioc fatti di fibre soffici di carbonio e ossigeno, dove troviamo anche un po di calcio e dove nel farli c’è stata una contaminazione industriale. Contengono una particella di acciaio e qualcuno di alluminio e silicio… non sappiamo se hanno un’influenza sul risultato”.

C’è poi “il tampone cinese…guardate come è fatto strano…fatto da fibre che escono dallo stelo centrale e vanno a grattare la mucosa del naso, delle fibre dure che si possono rompere e rimanere all’interno della gola e del naso, fibre di silicio-zirconio che possono far sanguinare la mucosa”. Un altro tampone è quello “con fibre di alluminio silicio, anche un po di sporco, lo sporco non si nega mai a nessuno, un altro ha zirconio, silicio, zolfo in grande quantità, titanio, alluminio e argento e queste nano particelle. Perché prendersi tanta cura nell’aggiungere queste nano particelle di argento? Questa è una cosa che a un fisico rimane ignota…sui dispositivi medici è obbligatorio scrivere cosa contengono e invece non c’è scritto”.

Gatti ha invitato le “mamme a dire no a un tampone alla settimana per i bambini: non è corretto, non si fa del male ai nostri bambini. In Texas a una signora son riusciti a rompere la membrana che divide il naso dal cervello e a rompere un osso. Inoltre parti del tampone possono rimanere in situ, sono parti estranee la cui biocompatibilità non so se sia stata studiata, possono dare fibrosi, che possono avere ripercussioni sul timbro della voce”. ASKANEWS