La Corte suprema tedesca ha sospeso la ratifica del Recovery fund, dopo che il Parlamento lo avevo approvato in via definitiva. Lo si legge in un comunicato. La Corte Costituzionale frena chiedendo che il Presidente della Repubblica non firmi la legge approvata dal Bundestag e dal Bundesrat a causa di un procedimento in via d’urgenza presentato dal fondatore di Afd, l’economista anti-euro Bernd Lucke, poi fuoriuscito dal partito di ultradestra.
Lucke ha sollevato eccezione di incostituzionalità per il pacchetto di aiuti europei a nome del gruppo dei Bündnisses Bürgerwille (BBW), una sorta di associazione di sedicenti cittadini volenterosi, impegnata fin dal lontano 2012 a ingolfare di carte bollate gli uffici di Karlsruhe nel timore che l’unione monetaria si trasformi prima o poi nello spettro della “Transfreunion”, l’Unione dei trasferimenti. Naturalmente, i cittadini volenterosi non sono gli unici a temere insidie dietro il piano miliardario europeo.
Anche Matthias Herdegen, docente di giurisprudenza e direttore dell’istituto di Diritto pubblico all’Università di Bonn sostiene che l’Unione Europea è andata oltre le proprie competenze ed esiste “una doppia confusione delle responsabilità dal lato delle entrate e delle spese”: “L’Ue non ha potere di indebitamento”, ha detto all’Handelsblatt, e infatti il bilancio di Bruxelles è alimentato dalle proprie risorse, principalmente dai contributi degli Stati membri.
“I crediti che ora devono essere contratti sul mercato dei capitali sono fondi presi in prestito”, ha aggiunto Herdegen. Il Capo dello stato dovrà attendere la pronuncia degli alti togati. Non è stato comunicata la tempistica di una decisione sul ricorso. www.rainews.it
I tedeschi non vogliono il debito in comune.
Non vogliono gli eurobonds cui devono far fronte tutti.
Questa è una UE fondata sul “Ognun per sè, e dio per tutti”.
Utile uscirne al più presto.