La Russia ha pubblicato promettenti dati di sperimentazione clinica precoce inerenti un nuovo vaccino anti-Covid-19. Si chiama EpiVacCorona e, stando a quanto pubblicato in un articolo peer-reviewed della rivista Russian Journal of Infection and Immunity sarebbe in grado di generare una risposta immunitaria nel 100 per cento degli individui. Allo stato attuale della sperimentazione non sono stati registrati effetti collaterali negativi, ma va ribadito che i test di fase 1 e 2 hanno coinvolto per il momento 86 volontari. Già avviato uno studio più vasto di fase 3, che potrà valutare l’efficacia del farmaco su quasi 3 mila volontari. A condurre la sperimentazione gli scienziati dell’Istituto di ricerca per il bilancio federale – Centro di ricerca statale di virologia e biotecnologia “Vector” (un laboratorio di massima biosicurezza), in stretta collaborazione con i colleghi della società satellite LLC “EpiVac” e dell’Agenzia Federale Medica e Biologica della Russia.
I ricercatori, guidati dai professori R.A. Maksyutov e A.B. Ryzhikov, hanno analizzato sicurezza, reattogenicità e attività immunologica del vaccino, che agisce in due tempi, attraverso due iniezioni intramuscolari, di cui la seconda a 21 giorni dalla prima. I dati raccolti in fase sperimentale dicono che il farmaco induce la produzione di anticorpi specifici contro la proteina Spike nel 100 per cento dei soggetti. “La sieroconversione con un titolo anticorpale neutralizzante ≥ 1:20 è stata segnalata nel 100 percento dei volontari 21 giorni dopo”, si legge nell’abstract dello studio: il vaccino sarebbe dunque in grado di innescare una decisa risposta del sistema immunitario contro il coronavirus SARS-CoV-2.
Incoraggianti i risultati relativi alla tollerabilità del farmaco
I pazienti coinvolti nella sperimentazione (pochissimi per ora) non hanno subito reazioni avverse o effetti collaterali gravi: soltanto un volontario avrebbe sviluppato una leggera febbre, attenuatasi fino a sparire del tutto dopo appena 12 ore. Un gruppo di volontari coinvolti negli studi clinici, tuttavia, ha scritto una lettera, ripresa sulle pagine del Wall Street Journal, nella quale affermano che il “vaccino non ha generato una risposta immunitaria sufficiente”. In base a quanto dichiarato in precedenza all’agenzia di stampa russa TASS dalla dottoressa Tatyana Nepomnyashchikh, dirigente del Vector, il vaccino dovrebbe garantire una protezione contro il SARS-CoV-2 per un anno.
Per la Russia questo è il terzo vaccino che a breve entrerà a far parte dell’armamento contro il coronavirus Sars-CoV-2. Oltre lo Sputnik V del Centro Gamaleya, il ministero della Salute russo ha registrato pochissimo tempo fa anche il CoviVac, realizzato dal Centro scientifico federale per la ricerca e lo sviluppo di farmaci di immunobiologia Chumakov di San Pietroburgo. Questo vaccino, stando a quanto annunciato dal premier Mikhail Mishustin, sarà distribuito tra la popolazione civile entro marzo. https://notizie.tiscali.it/salute