di Adele Sirocchi – Via Maometto dalla Commedia di Dante. Nella traduzione in fiammingo dell’opera, a cura di Lies Lavrijsen, il personaggio viene rimosso per per non essere “inutilmenti offensivi”, ha detto l’editore Blossom Books. Ne dà notizia il quotidiano belga di lingua olandese De Standaard. E il caso viene ripreso dal giornalista Giulio Meotti nella sua newsletter. Il traduttore di Anversa Lies Lavrijsen ha rimosso le parole su Maometto. “In Dante, Maometto subisce un destino crudo e umiliante, solo perché è il precursore dell’Islam”, dice l’editore Myrthe Spiteri.
Come Dante raffigura Maometto – I versi che Dante dedica a Maometto tendono a ridicolizzare il Profeta. E naturalmente vanno contestualizzati. Il che è certo meglio di una censura. Dante lo paragona a una botte sfondata, quel dannato gli appare aperto e spaccato dal mento fino all’ano, “da dove si scoreggia”. Gli si vedevano le interiora e anche il “sacco che trasforma quel che si mangia in feci”. I due si parlano e Maometto dice a Dante: “Osserva come è malmesso Maometto, tutto storpiato! Davanti a me se ne va in lacrime mio genero Alì, con il volto squarciato dal mento alla fronte”.(Ovviamente citiamo i versi in parafrasi). Maometto si trova nella nona bolgia, dove sono puniti i seminatori di discordie.
L’accusa a Dante islamofobo – Le accuse di islamofobia a Dante non sono una novità. Già anni fa c’erano state associazioni, come Gherush92, organizzazione di ricercatori consulente dell’Onu, che aveva proposto di non farlo studiare nelle scuole proprio per il modo irrispettoso in cui trattava il fondatore dell’Islam.
Maometto e il Duomo di Bologna
Dopo l’attentato alla sede di Charlie Hebdo nel gennaio del 2015 ripresero vigore anche le polemiche relative al Duomo di Bologna dove Maometto è raffigurato tra le fiamme, percosso da demoni feroci. Anche quello un affresco politicamente scorretto. Che entra afar parte anche della letteratura. In un romanzo di Valerio Varesi il protagonista, il commissario Soneri, segue le tracce di un maghrebino che a Parma va in biblioteca a studiare libri su Giovanni da Modena. E cioè il pittore responsabile dell’affresco di San Petronio dove Maometto sta all’inferno. Sempre in quell’anno tra gli obiettivi sensibili e da tutelare per salvaguardarli dal fanatismo islamista rientravano sia la tomba di Dante a Ravenna sia il Duomo di Bologna.
Erano già allora segnali di un confronto tra civiltà occidentale e Islam foriero di tempesta. Ora la censura all’opera di Dante, conosciuta e apprezzata in tutto il mondo sembra risolvere quel confronto a tutto sfavore di Dante e proprio nell’anno che ne celebra la grandezza.